L’iscrizione a una possibile alternativa a Twitter – Post – comporta una lista d’attesa di 180mila persone

Si tratta della piattaforma lanciata sei mesi fa da Noam Bardin. Sembra che diversi utenti, delusi dall'acquisto di Twitter da parte di Musk, vi si stiano riversando

23/11/2022 di Redazione

La ricerca spasmodica di alternative a Twitter sta comportando fenomeni a cui mai avremmo pensato di assistere in rete. Si pensi, ad esempio, a quello che sta accadendo con Post, un social network lanciato sei mesi fa da Noam Bardin (il dominio è Post.news). Si tratta di uno strumento che ha attirato l’attenzione degli utenti che, da quando Twitter è stato acquistato da Elon Musk, ricercano una nuova piattaforma di micro-blogging su cui sbarcare. E se in tanti stanno già sperimentando le vie di Mastodon, diverse decine di migliaia di persone hanno pensato a Post.

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Post, l’alternativa a Twitter per cui c’è una lista d’attesa

Post punta a ripristinare lo spirito che si respirava agli albori dei social network: un luogo di scambio, di contatto, di confronto, senza per forza imbattersi nell’hater di turno. Lo si può fare attraverso la scrittura di post di diversa lunghezza, caricando contenuti multimediali, ma senza particolari privazioni da parte delle regole algoritmiche. In più, novità di Post, è la possibile elargizione di mance ai creators di contenuti particolarmente originali. Tuttavia, l’accesso a questo tipo di social network non è immediato: essendo ancora una start-up, infatti, Post ha a disposizione un numero molto limitato di risorse umane.

Dunque, paradossalmente, nel momento di maggiore apertura all’utenza di questo social network – ovvero, in concomitanza con l’uscita dai cancelli di Twitter -, si ritrova a costruire una lunghissima lista d’attesa: «Gli utenti iniziali determineranno il tone of voice di questo social network – ha spiegato Noam Bardin -, quindi stiamo dando la priorità alle persone in base alla data in cui si sono registrati, a ciò che hanno condiviso su se stessi, per rendere la piattaforma il più diversificata possibile all’interno del nostro regolamento». Al momento, stando agli ultimi dati, la lista d’attesa si attesta intorno alle 180mila persone, 20mila delle quali invitate da altri utenti (che – negli scorsi sei mesi – erano circa 10mila).

Questi dati fanno riflettere. È vero che non si tratta di un esodo da Twitter, è vero che il social network sta mantenendo sempre la sua attrattiva nei confronti di nuovi utenti, è vero che Elon Musk può sicuramente sbandierare i dati circa il milione e mezzo di nuovi iscritti in una settimana. Tuttavia, non c’è da sottovalutare quella sacca di resistenza di utenti che ritengono opportuno trovare una alternativa al social network dei cinguettii. Questi utenti non sposteranno la barra del core business di Twitter, ma sicuramente rappresentano una fetta di pubblico appetibile per nuove forme di aggregazione digitale. A cui – però – bisognerebbe dare una risposta adeguata. E non presentare in cambio, invece, una lista d’attesa.

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