Una lista femminista per le europee: «Prendere esempio dai giovani che hanno manifestato per il clima»

21/03/2019 di Enzo Boldi

Con un appello lanciato da alcune attiviste, che puntano a proporre una lista femminista, ecologista e progressista alle prossime elezioni Europee 2019, si chiede alle istituzioni politiche italiane di cambiare il proprio atteggiamento nei confronti delle donne. Modificare i punti di vista, consentendo una pluralità di opinioni e un confronto aperto a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso (come invece ancora accade, nonostante la battaglia sulle quote rosa) e con la stessa dignità. Le prime firmatarie di questo appello sono Rossella Muroni, Anna Falcone, Beatrice Brignone, Annalisa Corrado,Chiara Bertogalli, Ilaria Bonaccorsi, Luisa Chiarandà, Donatella Di Cesare, Monica di Sisto, Serena Pellegrino, Nicoletta Rampazzo, Emanuela Trimarchi, Viviana Velastro ed Elizabeth Arquinigo.

«Il primo sciopero globale sul clima ci ha consegnato una responsabilità enorme: le nostre figlie e i nostri figli ci chiedono risposte immediate al mutamento climatico, i loro cortei sono un atto di accusa per tutto ciò che finora non abbiamo fatto per difendere davvero il loro diritto ad avere un futuro – si legge nella lista femminista -. Prendere il destino nelle proprie mani, come stanno facendo i nostri giovani, è un atto di liberazione e di responsabilità che le donne di oggi sono chiamate a compiere per cambiare veramente le cose, sostenendo e ampliando il range di questa protesta globale: non vogliamo più affidare ad altri il nostro futuro e quello delle giovani generazioni, dobbiamo intervenire con urgenza, in prima persona».

Europee 2019: le attiviste e la loro lista femminista, ecologista e progressista

I temi caldi all’ordine del giorno, che meritano una sottolineatura per le distinzioni sociali che vanno a creare, sono il ddl voluto dal senatore della Lega Pillon e il WCF in programma a Verona nel fine settimana del 29/31 marzo. «Come donne che vivono in questo Paese guardiamo con angoscia le politiche repressive e regressive che questo governo sta portando avanti nei nostri confronti, con un’operazione politica e culturale radicata e diffusa, in ogni strato della società: dai convegni alle aule dei tribunali, dalle testate giornalistiche alle aule istituzionali. Il ddl Pillon così come il Congresso Mondiale della Famiglia a Verona sono le punte di un iceberg di un disegno ben preciso e rischiano di segnare due solchi profondi tra noi donne, i nostri diritti e la nostra libertà».

Le firmatarie dell’appello delle lista femminista parlano anche dei fatti di cronaca che quotidianamente riempiono le cronache del nostro Paese: «In un paese in cui i femminicidi si susseguono a ritmo battente, in cui i nostri corpi vanno a fuoco o vengono deturpati con l’acido, in cui le sentenze dei tribunali ridimensionano le responsabilità degli aguzzini, in cui il ‘revenge porn’ si fa strumento politico, le forze reazionarie che ci governano sollecitano gli istinti peggiori e vogliono rinchiuderci in casa mute e sottomesse, tentando di cancellare decenni di battaglie e conquiste. Chiuse in casa o nelle case chiuse».

Europee 2019: cambiare il sistema per cambiare il clima

L’esempio da seguire è quello dei giovani che hanno manifestato nel Friday For Future in tutto il mondo. «Per incrociare questo futuro abbiamo però bisogno di una svolta nel presente. Una svolta ecologista, femminista, progressista – si legge ancora nell’appello delle donne di Possibile. Una svolta fortemente europeista perché è solo insieme, in una nuova Europa compiutamente democratica e finalmente delle persone, non dei mercati, che potremo determinare quel cambiamento che oggi noi vogliamo essere».

L’obiettivo sono le prossime elezioni continentali: «Un’Europa declinata al femminile, che garantisca pari diritti e opportunità a tutte e a tutti, che contrasti efficacemente la violenza contro le donne e l’omotransfobia. Un’Europa che tenga insieme diritti sociali e diritti civili, che lotti contemporaneamente contro le ingiustizie sociali e le devastazione ambientali, perché le une sono causa delle altre, e non si può combattere il consumo del suolo e delle risorse, l’inquinamento, il cambiamento climatico, senza combattere il modello economico e produttivo, le diseguaglianze e lo sfruttamento dei molti a vantaggio dei pochi, che ne sono causa».

(foto di copertina: da pagina Facebook di Possibile)

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