Perché in Svizzera i contagi sono in calo nonostante siano aperti gli impianti sciistici

Proviamo a rispondere al tweet polemico del leghista Borghi contro Nino Cartabellotta

15/02/2021 di Enzo Boldi

Mele e pere non possono sommarsi, eppure qualcuno lo fa senza rendersi conto di come il risultato sia del tutto privo di contesto. Prendiamo spunto dal tweet polemico del leghista Claudio Borghi in risposta a Nino Cartabellotta per approfondire una questione diventata di grande attualità sui social, soprattutto per il parallelo con quanto deciso nelle ultime ore dal Ministro della Salute italiano. Parliamo delle piste da sci Svizzera aperte e, nonostante questo, i contagi sono in continui e costante calo da giorni. Ma, nella narrazione semplicistica del deputato del Carroccio, manca tutto il contorno che risponde a un termine ben preciso: lockdown.

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Partiamo dai fatti. La polemica social aizzata dal leghista Claudio Borghi nasce dopo la risposta a questo tweet di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

Il grafico con la curva dei contagi in Svizzera, quello postato su Twitter da Claudio Borghi, è reale: da settimane, infatti, la pendenza della curva epidemiologica elvetica è costantemente in calo. Il tutto nonostante le piste da sci Svizzera aperte al pubblico. In Italia, invece, si è deciso – all’ultimo minuto, provocando grande sdegno e proteste – di non ripartire con la riapertura degli impianti.

Piste da sci Svizzera, contagi in calo. Ma c’è un perché?

Il discorso di Borghi, dunque, sembra non fare una piega. Eppure c’è una questione fondamentale che il leghista dimentica di citare per contestualizzare quel che accade ai nostri vicini d’Oltralpe: la Svizzera, infatti, è in lockdown severo dalla metà di gennaio, dopo aver trascorso diverse settimane in un lockdown più leggero. E tutte le restrizioni sono state pubblicate dal sito Swissinfo (che aggiorna quotidianamente la situazione). E la situazione, come spiega TvSvizzera, è destinata a rimanere tale per tante altre settimane.

Le restrizioni, ma si scia

Insomma, a differenza dell’Italia dove si ragiona (da mesi) utilizzando la suddivisione in colore in base al livello di rischio delle zone, in Svizzera si è scelta la via del lockdown generale (ma con le piste da sci aperte). Sono chiusi negozi non essenziali, obbligo di telelavoro, incontri privati per un massimo di 5 persone, chiusura di bar, ristoranti, discoteche, pub, musei, impianti sportivi e strutture per il tempo libero. Insomma, si scia ma non si può fare tanto altro. Ecco perché i contagi sono calati nelle ultime settimane ed ecco perché le situazioni non sono paragonabili.

(foto di copertina: foto IPP/imagostock San Candido)

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