Come vota l’arbitro Collina: «Destra da sempre, Giorgia Meloni ottima leader»

13/02/2020 di Redazione

L’arbitro deve essere imparziale. Almeno in campo. Fuori dal rettangolo di gioco, invece, può fare quello che vuole. E meno male che è così, altrimenti sai che noia. Tuttavia, in occasione dei suoi 60 anni Pierluigi Collina, il signore degli arbitri italiani, ha davvero osato un po’ troppo, esponendosi pubblicamente su più di un argomento privato, fino a toccare quello – sempre più spinoso – delle preferenze politiche. Ma anche del suo rapporto con Dio.

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Pierluigi Collina è di destra e dice che la Meloni è un’ottima leader

La Gazzetta dello Sport ha dedicato al capo degli arbitri mondiale (è il presidente della Commissione arbitrale della Fifa) una lunghissima intervista in vista del traguardo che sta tagliando. E tra una domanda sul rapporto con la fede e un’altra sui rapporti fuori dal campo con alcuni calciatori, è spuntata anche quella sulle preferenze politiche e sul segreto dell’urna. Pierluigi Collina non si schermisce e risponde secco: «Destra da sempre. Con Giorgia Meloni che sarebbe un’ottima leader».

Ovviamente, l’occasione non è sfuggita a Giorgia Meloni che, in serata – dopo la pubblicazione dell’intervista – ha riproposto una card di ringraziamento per l’endorsement dell’arbitro:

Pierluigi Collina e le squadre per cui ha fatto il tifo

Dunque, anche quest’ultima curiosità su uno degli arbitri più famosi al mondo, che ha diretto finali dei mondiali e finali di Champions League, è stata appagata. Da oggi, chiunque guarderà un’immagine di quell’arbitro dal look così sui generis e dallo sguardo severo la collegherà per sempre a quella di un uomo di destra. Che ha anche confessato di aver avuto un debole per una squadra di serie A.

Anzi, per due. Pierluigi Collina da bambino tifava per il Bologna. Poi, da adolescente – molto prima di diventare arbitro di calcio – venne folgorato sulla strada della Lazio di Pino Wilson, quella del primo scudetto. «Ma la cosa non mi ha condizionato: ho diretto lo spareggio per non retrocedere del Bologna, che poi è sceso in Serie B. E nelle mie prime nove partite con la Lazio, i biancocelesti non hanno mai vinto».

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