Il piano segreto di Juncker per stampare un’altra moneta

Non solo i sovranisti di casa nostra. L’idea di aggirare o uscire dalle regole monetarie stabilite ha in passato attirato anche una personalità importante, forse la più importante della UE: stiamo parlando di Jean-Claude Juncker. Certo, non stiamo parlando di “Eurexit” e l’Europa dei tempi, così come il contesto di riferimento sono molto differenti dal nostro presente. Nonostante ciò, le affermazioni del Presidente della Commissione europea, c’è da scommetterci, non hanno lasciati indifferenti le persone presenti al Forum della Bce di Sintra in Portogallo.

«Devo fare una confessione solenne» ha esordito Juncker «nel 1993 il governo del Lussemburgo stampo’ segretamente 50 miliardi di banconote di una nuova moneta, il franco lussemburghese». Lo scenario era quella degli attacchi speculativi a Inghilterra e Italia del 1992 che portò i due paesi a uscire dallo SME, il sistema monetario europeo, basato su  un accordo per il mantenimento di una parità di cambio prefissata tra tutti i paesi dell’allora Comunità europea.

«Stampammo in gran segreto 50 miliardi di banconote»

«Nel 1993 i ministri delle Finanze di Germania e Olanda volevano uscire (dal meccanismo di cambio europeo) perché credevano che i fondamentali economici fossero molto più solidi della Francia e altri. Per me, ministro delle Finanze del Lussemburgo, era un problema. La nostra moneta era il franco belga. E se questi paesi fossero usciti, il Lussemburgo sarebbe stato sotto pressione per uscire, mettendo il Belgio in grande difficoltà». Dalla fine della guerra, la valuta del Lussemburgo era rimasta infatti legata al franco belga, tra i due paesi c’era una sostanziale unione monetaria. Ma per Juncker i paragoni con il presente sono completamente fuorvianti: «Questa azione al giorno d’oggi sarebbe completamente irresponsabile nell’area euro. Ma tornando a quei tempi, essendo un paese, la cui stabilità monetaria si reggeva su quella di un altro Paese (ovvero il Belgio), essendo esposti ai rischi dei mercati, dovevamo prepararci ad ogni eventualità» . Di qui la decisione di stampare segretamente 50 miliardi di banconote con l’immagine della Gran Duchessa Charlotte, morta nel 1985. «Fortunatamente questo piano non è mai stato attuato e stando qui davanti a voi, decenni dopo, rinnego fermamente quel comportamento». ha concluso Juncker. Parole che però, c’è da scommetterci, non tarderanno ad aizzare i sovranisti di casa nostra.

 

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