Chi compra gli abbonamenti illegali per vedere le partite fa un favore alla criminalità organizzata

Pensate alle pene che vengono assegnate ai malfattori che fanno affari nel business dello spaccio di droga. Poi pensate ai quattro anni appena che, in Italia, vengono comminati a chi viola il diritto d’autore. Se vi immedesimate nella mente di un esponente della criminalità organizzata, potete capire bene quale sia la sua analisi costi-benefici in merito al pezzotto, ovvero al pacchetto di abbonamento illegale per guardare lo sport in tv a un prezzo del 50-60% inferiore rispetto agli abbonamenti offerti da Sky o da Dazn, o da qualsiasi altra emittente che paga profumatamente i diritti per trasmettere partite ed eventi sportivi.

Cos’è il pezzotto e cosa c’entra la criminalità organizzata

Per questo il business del pezzotto è attivissimo e, anzi, molto spesso si svolge alla luce del sole. Dietro, tuttavia, c’è la criminalità organizzata, che si sta adeguando a questa nuova frontiera. Con forte spirito imprenditoriale, a quanto pare. Ma come è possibile far funzionare il pezzetto? Davvero con tutte queste nuove tecnologie, i grandi players dei diritti tv non riescono a far fronte comune per arginare il fenomeno?

La risposta è sì, perché il sistema utilizzato per piratare gli abbonamenti è davvero di alto livello. Come ha riportato Federico Fubini, in un articolo per il Corriere della Sera, si tratta di una tecnologia studiata in Cina che ha il compito di modificare i sistemi di encoder. Stando agli ultimi dati, in Italia sono almeno 2 milioni gli abbonamenti distribuiti con questo sistema, per una cifra compresa tra i dieci e i venti euro a ‘tessera’. Le persone che usufruiscono di questi abbonamenti (a volte installati anche in luoghi pubblici come bar o circoli) sono più di 4 milioni e mezzo. Una platea di tutto rispetto.

Il pezzotto può minare le fondamenta del finanziamento degli sport in Italia

Stando alle ultime inchieste delle forze dell’ordine e agli incontri dei vertici del calcio e dello sport in Italia – da Giovanni Malagò, passando per Gaetano Micciché (presidente della Lega Serie A), fino ad arrivare al sottosegretario Giancarlo Giorgetti con delega allo Sport – ci sarebbe la criminalità organizzata a gestire questo traffico. Lo dimostrano i pochi arresti sin qui effettuati, ma anche un sistema di diffusione capillare che ricorda altri tipi di distribuzione. Intanto, è un fiorire di affari, che permette anche di diffondere alcune pubblicità di questi abbonamenti pirata sui social network e su Google.

Un sistema consolidato, che rischia di far saltare il banco nei già delicatissimi equilibri che riguardano la partita dei diritti tv, una delle voci di finanziamento principale dello sport di casa nostra.

FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI

Share this article