La petizione di Insieme in Rete contro Casapound raggiunge 10mila firme: il messaggio dei Sentinelli di Milano | VIDEO

Diecimila. Come le firme raggiunte in circa 24 ore dalla petizione lanciata da Insieme in Rete per chiedere lo sgombero di Casapound dal locale occupato in via Napoleone III a Roma. Ieri, la raccolta firme su Change.org era stata lanciata da un video della scrittrice Michela Murgia, che aveva sottolineato come – nelle fila di Casapound – ci siano delle persone che sono accusate di reati (360 solo nell’ultimo anno) e come l’occupazione dell’immobile di pregio a Roma sia accompagnata dal mancato pagamento delle utenze e dalla sistematica evasione fiscale.

Petizione Casapound, l’appello dei Sentinelli di Milano

Oggi, la petizione continua a raccogliere consensi. I Sentinelli di Milano, attraverso il loro portavoce Luca Paladini, ha voluto manifestare la propria vicinanza e il proprio sostegno ai ragazzi di Insieme in Rete, pubblicando un video sui canali social delle associazioni che stanno condividendo questa battaglia: «Bene, anzi male – dice Luca Paladini -. Dal momento che nel 2019 c’è ancora qualcuno che si definisce orgogliosamente fascista. Se ti definisci fascista è ovvio che fai cose da fascista e non è un caso che alcuni esponenti di Casapound abbiano la fedina penale non pulita. Inoltre, occupano un immobile nel centro di Roma e viene data loro una tale agibilità politica. I Sentinelli di Milano appoggiano l’iniziativa di Insieme in Rete e li ringraziano: da buoni antifascisti non possiamo che sottoscrivere l’appello per lo sgombero immediato di Casapound».

Casapound ha occupato lo stabile in questione a Roma, nel quartiere dell’Esquilino, il 26 dicembre 2003. Da allora, la sua capillarità sul territorio si è diffusa sempre di più, tanto da permettere loro di ottenere anche alcuni rappresentanti a livello di istituzioni locali. Insieme in Rete ha l’obiettivo di raccogliere un numero di firme tale da sensibilizzare l’opinione pubblica sullo sgombero immediato dell’edificio, come chiesto da più attori sociali. Tuttavia, salvo una mozione del comune di Roma (firmata anche dal M5S) dal governo è stato sempre detto che lo sgombero di Casapound non rappresenta una priorità.

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