Perché Facebook e Instagram hanno bloccato per alcune ore gli hashtag su Bucha

Alcuni utenti hanno visto sospesi in contenuti social con le immagini del massacro di civili in Ucraina. E Meta ha dato la sua situazione dopo il ritorno alla "normalità"

05/04/2022 di Enzo Boldi

Colpa dell’algoritmo. Questa volta c’è una spiegazione logica dietro la “decisione” di Facebook (e di Instagram) di sospendere per alcune ore (e bannare) i contenuti che riportavano due hashtag: #Bucha e #BuchaMassacre. Nessuna intenzione, dunque, di non mostrare al mondo quelle immagini che hanno fatto inorridire buona parte dell’opinione pubblica internazionale, ma un meccanismo di tutela sull’individuazione di contenuti potenzialmente sensibili e violenti come i video e le foto di quei corpi straziati riversi senza vita per le strade di Bucha, il sobborgo alle porte di Kiev che fino al 31 marzo era nelle mani dell’esercito russo.

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Tanti utenti hanno utilizzato altri social per denunciare il comportamento di Facebook e il ban di quei contenuti (e di alcuni account).

Il blocco di quelle immagini è stato temporaneo ed è durato per poche ore. Come detto, però, Meta – la società madre che controlla Facebook e Instagram – ha spiegato che quell’azione sia figlia di un automatismo che risponde ai criteri dell’algoritmo sull’individuazione di contenuti sensibili e violenti.

Bucha, perché Facebook ha bannato l’hashtag per alcune ore

Come riporta la Reuters, Meta ha spiegato cosa è successo attraverso le parole di Andy Stone, uno dei portavoce dell’azienda di Mark Zuckerberg: «Ciò è accaduto automaticamente a causa dei contenuti grafici che le persone hanno pubblicato utilizzando questi hashtag. Quando ieri siamo stati informati del problema, abbiamo agito rapidamente per sbloccare gli hashtag».

Insomma, l’algoritmo blocca preventivamente tutti quei contenuti che violerebbero le regole sulle immagini sensibili. Non a caso, infatti, su Instagram chi ha condiviso le immagini di Bucha ha visto aggiungere al proprio video o foto l’etichetta sui “contenuti sensibili” e solo dopo l’autorizzazione da parte del lettore quelle immagini diventavano visibili.

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