Rezza spiega che la Calabria può uscire dalla zona rossa in due settimane, proteste in strada

Le parole del Direttore Generale della Prevenzione del ministero della Salute non tranquillizzano i cittadini

05/11/2020 di Redazione

Nei giorni scorsi, in base all’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore della Sanità reso pubblico, la Calabria aveva un indica Rt a ridosso dell’1.5, tuttavia oggi Giovanni Rezza e Silvio Brusaferro hanno spiegato che lo stesso indice su cui è stata stabilita la chiusura è di 1.84. Così, dunque, si spiega perché Calabria è zona rossa, a sorpresa rispetto alle attese. Inoltre, il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute e il direttore dell’ISS hanno spiegato quali altri fattori hanno portato Roberto Speranza a firmare l’ordinanza di lockdown per la regione.

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Perché Calabria è zona rossa: le proteste dei cittadini

Giovanni Rezza ha parlato in conferenza stampa, spiegando come l’indice Rt sia alto nonostante un numero di casi inferiore alla media nazionale. Per questo motivo si è detto fiducioso del fatto che la situazione possa in realtà rientrare rapidamente anche nel giro di due settimane e non nel termine ultimo fissato dall’esecutivo per il 3 dicembre prossimo. Nonostante queste rassicurazioni, però, i cittadini calabresi hanno mostrato tutto il loro disappunto nei confronti della decisione del ministero della Salute, scendendo in strada nell’ultima sera prima del lockdown per far sentire la loro voce.

Perché Calabria è zona rossa, le proteste in strada

Il direttore generale ha detto che potrebbe esserci una possibilità molto concreta di un superamento, in breve tempo, del 50% delle occupazioni dei posti in terapia intensiva e anche questo ha contribuito alla decisione del governo di istituire la zona rossa. Diverse centinaia di cittadini calabresi, tuttavia, l’hanno presa malissimo, pronunciando slogan contro il governo e scendendo in strada (da Cosenza a Scalea, passando per Castrovillari e arrivando fino a Reggio Calabria). La loro decisione è stata alimentata anche dalle parole del governatore facente funzioni Nino Spirlì, che ha preso il posto di Jole Santelli. Secondo l’ex assessore alla Cultura, infatti, il governo si è voluto accanire contro la regione che ha «meno contagi rispetto al resto d’Italia».

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