Ecco perché Beppe Grillo non andrà in carcere

Dopo la condanna a 12 mesi di reclusione inflittagli in primo grado per aver diffamato un professore universitario, nel corso di un comizio del 2011 contro il nucleare, Beppe Grillo dal suo blog ha fatto sapere di essere pronto ad andare in carcere. ««Se Pertini e Mandela sono finiti in prigione, potrò andarci anch’io per una causa che sento giusta», ha annunciato il leader del Movimento 5 Stelle.

 

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BEPPE GRILLO, NIENTE CARCERE –

Ma il comico genovese non varcherà mai la soglia di un penitenziario, nemmeno se la sentenza contro di lui venisse confermata in Appello o in Cassazione. Lo spiega Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera. Ferrarella ripercorre le vecchie vicende giudiziarie di Grillo e le condanne per diffamazione e omiidio colposo, poi afferma:

Sempre dunque in chiave di fantacronaca giudiziaria, ove confermati anche in Appello e Cassazione, a Grillo resterebbero da scontare solo i 12 mesi della diffamazione di ieri in Tribunale ad Ascoli. Ma Grillo non li sconterebbe in cella nemmeno se per ragioni di disobbedienza civile scegliesse di non chiedere alcuna delle misure alternative al carcere alle quali hanno diritto i condannati a pene sotto i 3 anni, come ad esempio l’«affidamento in prova ai servizi sociali».
Senza istanza di Grillo, infatti, si creerebbe la stessa situazione nel 2012 dell’ex direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti: prima i pm (sul modello inaugurato allora a Milano dal procuratore Edmondo Bruti Liberati proprio dopo la condanna di Sallusti per diffamazione) e poi i giudici di Sorveglianza potrebbero ugualmente disporre d’ufficio, cioè anche senza richiesta di Grillo, che egli sconti la pena non in carcere ma in «detenzione domiciliare» come previsto dalla legge 199 del 2010 per pene sotto i 18 mesi. E a quel punto, per assurdo, se Grillo volesse a tutti i costi finire in prigione, non gli resterebbe che scegliere di evadere da casa. Ma forse neanche questo basterebbe: non bastò a Sallusti, che nel processo per evasione fu poi assolto.

(Foto di copertina: ALBERTO PIZZOLI / AFP / Getty Images)

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