Pensioni, dalla flessibilità agli assegni minimi: ecco cosa cambia

25/05/2016 di Redazione

Ieri con l’incontro al ministero del Lavoro il governo e i leader sindacali hanno ripreso a confrontarsi lasciando intravedere l’inizio di un nuovo corso dei rapporti tra esecutivo e associazioni dei lavoratori. Al centro del faccia a faccia, di cui i vertici di Cgil, Cisl e Uil si dicono soddisfatti, sono le pensioni e il lavoro e le soluzioni che potranno essere condivise nei prossimi mesi.

 

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PENSIONI E MERCATO DEL LAVORO, LE NOVITÀ

In particolare sono due le questioni calde sul tavolo del governo: la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro attraverso il nuovo Ape, anticipo pensionistico, e l’aumento degli assegni minimi. Ieri non sono state fatte cifre, ma i presupposti per un’intesa sembrano esserci. Le novità dovrebbero arrivare nella prossima Legge di Stabilità. Ne parla Cinzia Peluso sul Mattino di Napoli:

Sulle pensioni minime in passato Renzi aveva parlato della possibilità di offrire il bonus di 80 euro di cui beneficiano i lavoratori dipendenti con redditi fino a 26.000 euro l’anno. Spetterebbe a quasi 2 milioni di pensionati. Sono tanti, infatti, oggi coloro che ricevono meno di 502 euro al mese. Il costo complessivo ammonterebbe, quindi, ad almeno due miliardi l’anno. Non si sa ancora, però, se dall’intervento saranno esclusi gli assegni sociali erogati ad anziani privi di reddito che non hanno versato contributi. Mentre sulla flessibilità, il costo maggiore con un taglio dell’assegno, lo dovrà sostenere chi deciderà volontariamente di anticipare la pensione. L’esempio, fatto più volte da Renzi, è di chi preferisce restare a casa ad accudire il nipotino. Mentre per i disoccupati o gli occupati in aziende in crisi, a cui mancano tre anni all’età di vecchiaia, sarà lo Stato ad accollarsi la maggior parte dell’onere. Per risolvere il problema delle coperture di spesa dell’intervento si studia, comunque, la formula del prestito pensionistico, coinvolgendo banche e assicurazioni. Un’altra novità allo studio sarebbe un riscatto della laurea light. In pratica, il versamento dei contributi per gli anni trascorsi all’università finalizzato a guadagnare tempo per anticipare l’entrata in quiescenza sarebbe modulabile. Non solo si potrà scegliere il numero di anni da riscattare, possibile già oggi, ma anche la somma che si è disposti a versare. In cambio, ci si dovrà accontentare, però, di una pensione più bassa. Probabilmente, questa formula sarà collegata alla flessibilità.

PENSIONI E MERCATO DEL LAVORO, I SINDACATI FIDUCIOSI

A manifestare il proprio ottimismo sia la leader della Cgil Susanna Camusso che Carmelo Barbagallo, Uil, e Annamaria Furlan, Cisl. Racconta Andrea Ducci sul Corriere della Sera:

La riunione al ministero di Via Veneto è servita a fissare le modalità e il metodo per procedere verso un’intesa concordata. Tanto che il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, abitualmente molto critica nei confronti del governo, parla di una «novità non da poco» e rileva che l’esecutivo si è impegnato per il futuro a non presentarsi, così come in passato, alle parti sociali con misure frutto di «decisioni unilaterali». Un cambio di clima che spinge il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, a dire che «si è partiti col piede giusto». Analoga lunghezza d’onda per Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl, che sottolinea il «cambiamento significativo» nel dare ascolto alle sollecitazioni avanzate dal sindacato.

(Foto di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI)

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