In molti casi sono facilmente riconoscibili. In altri, invece, la distinzione tra il reale e una potenziale frode non è così definita. L’Italia, da anni, è una delle grandi vittime di quel che di “cattivo” accade in rete. Ma ora il governo sta pensando a una soluzione per correre ai ripari, con una pdl (proposta di legge) sulle truffe online che va a modificare e attualizzare alcuni articoli del codice penale. La proposta è stata presentata alla Camera dei deputati lo scorso 6 marzo, con i deputati di Fratelli d’Italia (promotori dell’iniziativa legislativa) sostenuti dall’Associazione no profit Consumerismo.
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Dunque, con questa proposta di legge si vuole cercare di aumentare le sanzioni nei confronti di quei soggetti che, utilizzando mezzi informatici, si rendono protagonisti di frodi telematiche. Perché si parla di strumenti dei dispositivi usati (o in possesso) di chi viene indagato per questa fattispecie di reato, ma anche di procedure tecniche sulla procedura per avviare un’indagine. Insomma, si vanno ad applicare delle normative già esistenti alle truffe online.
Di fatto, in questa pdl truffe online non si parla di strumenti di prevenzione. D’altronde, gli stessi firmatari di Fratelli d’Italia l’hanno presentata come una proposta di legge che ha come obiettivo quello di incasellare questa fattispecie di reato all’interno di alcuni articoli del codice penale. E lo fa con un unico articolo suddiviso in tre commi. Partiamo dal primo:
Si va ad agire, dunque, su tre livelli. Il primo riguarda il sequestro della strumentazione tecnologica; il secondo introduce un’aggravante specifica per le truffe attraverso la vendita di prodotti online; il terzo riguarda la confisca del corrispettivo economico “guadagnato” con la truffa. A tutto ciò si aggiunge una nota procedurale: le autorità non intervengono d’ufficio, ma solo su esplicita denuncia del cittadino.