Pd e M5S a muso duro: lo scontro è sul Conte Bis

La trattativa tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si starebbe concentrando su un punto in particolare: l’ipotesi di un Conte Bis. Non voluto dal Pd, che chiede un segno di discontinuità, desiderato dal M5S che ha visto la popolarità del premier dimissionario salire a picchi mai raggiunti.

Pd e M5S a muso duro: lo scontro è sul Conte Bis

Secondo alcune ricostruzioni, tra sabato e domenica i telefoni di dem e pentastellati sono andati a fuoco. Chiamate e richiamate, dichiarazioni e smentite, ma lo scoglio da aggirare sembra essere Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio appena dimessosi. Il suo nome sarebbe stato fatto ancora una volta dal leader del Movimento Luigi Di Maio , convinto che un Conte bis senza Lega possa creare una maggioranza solida, concreta, pronta a risolvere i problemi del paese e presentarsi pragmaticamente agli appuntamenti economici che aspettano l’Italia in autunno. Ma Nicola Zingaretti non sembra disposto a cedere: un Conte bis è per i dem fuori discussione, sarebbe una presa in giro, serve discontinuità. E la trattativa su un possibile governo giallorosso sembra quindi arenarsi proprio su questo punto, alla vigilia dell’inizio di un secondo e ultimo giro di consultazioni, come ha chiarito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Nessun confronto è possibile davanti ai veti» hanno dichiarato all’Adnkronos fonti qualificate interne al Movimento 5 stelle rispondendo al no assoluto dei dem su un Conte Bis, ammettendo che «se i veti non si sciolgono e non otteniamo le garanzie adeguate» la situazione si complicherà per tutto il  Paese. Da parte del Movimento infatti resta solida la lealtà al presidente del Consiglio, «dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche, significa indebolire il Paese» hanno aggiunto sempre le stesse fonti all’Adnkronos, manifestando la paura che il no al Conte Bis non sia altro che «una scusa per tornare al voto». Zingaretti dal canto suo ricorda ai pentastellati che è necessario un segno di discontinuità, come manifestato anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il primo giro di consultazioni, citando anche un «malessere» del Nazareno rispetto ai «continui ultimatum» lanciati dal M5S. «Il lavoro non é solo sui nomi» dice però Zingaretti, garantendo che le trattative stanno andando avanti e che «si continua a lavorare a una soluzion

(Credits immagine di copertina: Nicola Zingaretti (sx) Luigi di Maio (dx) ANSA/ANGELO CARCONI)

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