Le cinque risse che Pd e Movimento 5 Stelle sono pronti a dimenticare

23/08/2019 di Redazione

La storia del Movimento 5 Stelle in parlamento, nella politica attiva, nei banchi di Palazzo Madama o di Montecitorio è iniziata nel 2013. Una storia relativamente recente, non fosse altro che i tempi più rapidi della politica ce la fanno sembrare una vera e propria era geologica. Adesso si va verso un accordo Pd-5Stelle, uno di quelli che – sei anni fa – non ci saremmo mai immaginati. A dire il vero, non ce lo saremmo mai immaginato nemmeno sei mesi fa. E, a essere completamente onesti, nemmeno sei giorni fa.

Pd-5Stelle, tutte le risse

In ogni caso, questo accordo sembra in dirittura d’arrivo, con tutti gli scongiuri del caso delle parti in causa. Sergio Mattarella ha firmato, come termine ultimo per questa trattativa, martedì prossimo. E in cinque giorni, visti i tempi attuali della politica che abbiamo citato sopra, si possono costruire, decostruire e distruggere tante cose.

Ma ora che il governo Pd-5Stelle sta per nascere, è opportuno ricordare tutto quello che le due forze politiche sono disposte a mettere da parte. Non ci sono soltanto i provvedimenti-bandiera. Ma ci sono anche tutte le risse, i battibecchi, gli attacchi frontali che hanno coinvolto le due parti. Talvolta in maniera così feroce da far sfiorare persino l’utilizzo delle mani.

Ovviamente, tutti ricordiamo il primo episodio. Quello che ha visto protagonista Pierluigi Bersani e i neo-capigruppo (appena eletti) Vito Crimi e Roberta Lombardi. Erano i tempi del Movimento 5 Stelle dello streaming, quello che faceva tutto in diretta tv. Persino la scelta delle capsule per la macchinetta del caffè. Ovvio, dunque, che le consultazioni dell’incaricato Bersani dovessero essere trasmesse in rete. Con umiliazione annessa: l’esperto e navigato politico del Partito Democratico venne messo all’angolo da una Lombardi che sembrava la paladina della trasparenza e che pronunciò la famosa frase «sembra di stare a Ballarò».

Pd-5Stelle, Bersani, Lombardi e Ballarò

L’anno dopo, fu la volta di Matteo Renzi. Nessun emissario, questa volta. Un testa a testa direttamente con il fondatore del Movimento. Beppe Grillo si presentò a Roma con piglio battagliero. Lo stesso che aveva messo in mostra nelle piazze. Due intrattenitori di grande successo, per un video da milioni di visualizzazioni. Questa volta, il merito di scolpire la frase passata alla storia è toccato a Matteo Renzi: «Esci da questo blog, Beppe, esci da questo streaming».

Pd-5Stelle, Renzi, Grillo e «esci da questo blog»

Sempre nel 2014, le mani sono volate davvero. Nella sala stampa di Montecitorio, Alessandro Di Battista e Roberto Speranza – allora capogruppo Pd alla Camera – avevano avuto un dibattito molto acceso sulla legge elettorale e su varie votazioni insieme a Forza Italia di Silvio Berlusconi. Accuse reciproche, con Di Battista che ha accusato Speranza di aver dato un colpo mortale alla rappresentatività e con il dem che replicò «voi bloccate la democrazia».

Pd-5Stelle, la rissa tra Roberto Speranza e Alessandro Di Battista

Ma questa, potreste obiettare, è preistoria. Arriviamo allora in un’epoca più vicina alla nostra. 2016: Paola Taverna è sul palco di una manifestazione del Movimento 5 Stelle, appena arrivata dopo una concitata giornata di lavori in Senato. Le sue dichiarazioni sul Partito Democratico non sono delle più amichevoli. Anzi, si arriva addirittura agli auguri di morte. Arrivano con tanto di rettifiche rispetto a un articolo del Corriere della Sera che aveva riportato l’offesa ‘zozzoni’: «Ma mi ci vedete a dire ‘zozzoni’? – ha detto Taverna – Vorrei rettificare: ho detto mafiosi, schifosi, siete delle merde, dovete morire».

Pd-5Stelle, la Taverna e il ‘dovete morire’

Il 2016 vi sembra ancora troppo lontano? E allora andiamo all’altro giorno. Luigi Di Maio lancia lo slogan sul ‘Partito Di Bibbiano’. Il riferimento è ai fatti avvenuti in un comune in provincia di Reggio Emilia. Qui si è aperta un’inchiesta su sospetti affidamenti illeciti. L’amministrazione è del Pd e la sua unica ‘colpa’ è quella di aver affidato ai servizi sociali – forse, questo sì, con un procedimento poco trasparente – una stanza di un ufficio pubblico. Ma tanto basta a trasformare i politici del Pd in orchi che approfittano dei nostri figli e che fanno loro gli elettroshock. «Io con il Partito di Bibbiano – diceva Di Maio – non voglio avere nulla a che fare». E invece…

Pd-5Stelle e il Partito Di Bibbiano

FOTO: ANSA/FERMO IMMAGINE VISTA

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