In 15 contro 5 minori non accompagnati: identificati, risponderanno di odio razziale
21/08/2018 di Gaia Mellone
I responsabili dell’aggressione di Ferragosto a Partinico dovranno rispondere di lesioni con l’aggravante dell’odio razziale. i cinque responsabili sono stati identificati grazie all’analisi dei filmati delle telecamere che hanno ripreso le automobili mentre inseguivano il pulmino carico di migranti nel tratto dalla spiaggia di Trappeto fino a Partinico.
Aggressione Partinico, la dinamica
Una quindicina di persone contro 5 minori non accompagnati. La notte di ferragosto si è trasformata in un incubo per i quattro gambiani e l’ivoriano che, insieme all’operatrice che era con loro, sono stati aggrediti alla spiaggia di Trappeto da una banda di partinicesi: prima li hanno insultati, poi sono passati alla violenza fisica. A nulla sono valsi i tentativi dei minori di sedare la rissa. Secondo i loro racconti, avrebbero urlato «Siamo uguali, noi siamo come voi. Siamo qui per divertirci, come voi», ma i picchiatori non si sono fermati. Uno dei ragazzi aggrediti ha riportato una frattura al volto con prognosi di 20 giorni. A sostegno del racconto delle vittime, anche la testimonianza dell’operatrice che li accompagnava.
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Aggressione Partinico, l’inseguimento
I giovani erano poi riusciti a sottrarsi alla violenza del gruppo e, saliti sul furgone, si sarebbero allontanati dalla spiaggia in direzione di Partinico. I picchiatori li hanno quindi inseguiti a bordo dei loro mezzi, urlando «negri di merda, vi ammazziamo». Una chiara aggressione razzista, che riporta la città in provincia di Palermo sulle pagine della cronaca xenofoba; era di soli pochi mesi fa la notizia di un diciannovenne richiedente asilo aggredito, sempre a Partinico, in quanto di colore.
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Aggressione Partinico, Il commento del sindaco
Maurizio De Luca, sindaco da pochi mesi del paese, parlando con AdnKronos, condanna l’aggressione «senza se e senza ma» e prende le distanze «in maniera ferma e netta da questa violenza». De Luca ha poi aggiunto:« Quando alla mancanza di buonsenso si mescola l’ignoranza il risultato è un mix incontrollabile che porta ad atti criminali». L’aggravante di odio razziale è provata dalle frasi che i picchiatori hanno rivolto ai giovani, parole che sottolinea il sindaco «hanno una potenza straordinaria, ma oggi abbiamo perso la capacità di capirlo». Secondo De Luca infatti, il linguaggio è un segno della deriva che sta prendendo il nostro Paese, sotto «il disinteresse dell’Europa che non capisce che l’Italia non può essere lasciata sola».
(immagine di copertina: ansa)