Il parroco di Resia contro le minigonne: «Carne al vento, la chiesa non è un boudoir!»

«A San Daniele c’è crisi [..] ma a Resia un altro tipo di cosce non conosce ombra di crisi!». Così inizia il volantino scritto dal vicario parrocchiale di Resia, don Alberto Zanier, distribuito prima di una funzione. Un vero e proprio anatema del religioso contro la «carrellata di cosce ben in vista!» avvenuta alla Messa del primo giorno dell’anno: secondo il parroco la colpa è delle mamme, ma le ragazze si difendono.

Il parroco di Resia contro le minigonne: «una gravissima mancanza di rispetto»

Dopo il paragone con il popolare prosciutto, don Alberto confessa di essersi un po «lasciato prendere» nel descrivere le «suadenti e sinuose cosce femminili che facevano la loro bella comparsa dal di sotto di mini (troppo mini) gonne di baldanzose adolescenti nel pieno della loro esuberanza». don Alberto non ci sta, e condanna la scelta di abbigliamento di alcune ragazze, evidentemente presentatesi con gonne di una lunghezza non consona alla funzione religiosa. Un’offesa imperdonabile, continua il parroco, sotto tre aspetti principali. In primis «verso il corpo della donna». La società «ipocrita» odierna da un lato condanna il femminicidio e dall’altro «esalta la donna come merce di usi e consumo». «E la dignità femminile dov’è? e la purezza, il candore, la bellezza di una donna di una madre di una sposa, dove sono?» chiede provocatoriamente il parrocco ai suoi fedeli che si sono visti consegnare il volantino di condanna. Ma la mancanza di rispetto esula dalla divisone di genere, e si allarga a tutti. «Mostrare la carne al vento a più non posso è una gravissima forma di maleducazione verso chi mi sta vicino» spiega don Alberto nel secondo punto, «perché potrei urtare la sua sensibilità o addirittura provocare la sua sessualità». E tra questi altri, c’è anche «il sacerdote», verso cui con questo abbigliamento si compie una vera e propria provocazione. «O non ci ricordiamo che siamo davanti ad un ministro di Dio chiamato, oltre che a vivere il celibato, ad annunciare e insegnare la morale cattolica anche in campo sessuale?» scrive don Alberto nell’ultimo punto del suo anatema.

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«La colpa delle mamme»

Insomma, le giovani ragazze devono aver proprio esagerato secondo don Alberto, che trova necessario sottolineare che «la chiesa non è una balera o un boudoir!». La colpa però, che si tramuta in una grave «mancanza di rispetto verso Dio», è delle giovani solo fino ad un certo punto. Le loro discutibili scelte di abbigliamento sono imputabili sopratutto alle madri distratte, a cui si rivolge l’ultima domanda: «Care mamme, quando le vostre figlie escono di casa vedete come vanno in giro?». E sopratutto «come vanno vestite a Messa?», anche se secondo il parrocco più che vestite erano “svestite”.

Volantino del parroco contro le minigonne, la reazione dei cittadini Resia sui social

La foto del volantino d’accusa è stato condiviso sul gruppo Facebook «Sei di Resia se…» da una frequentatrice della parrocchia che, ironicamente, aveva scritto «al mio via scatenate l’inferno».  In molti hanno commentato dando ragione al parrocco, sottolineando la necessità di ritornare ad un abbigliamento decoroso nella vita e sopratutto nella casa di Dio. C’è anche chi pubblica la foto di don Alberto circondato da alcuni giovani, tra cui delle ragazze con la gonna.

Gepostet von Franco Di Lenardo Turan am Samstag, 5. Januar 2019

 

Le gambe però sono coperte da calze nere, e non hanno un aspetto volgare. «Non mi sembra di vedere nulla di strano» scrive un membro del gruppo di Resia, e la sua osservazione è sostenuta da molti altri utenti. A molte donne, il paragone con le cosce di prosciutto non va proprio giù: battuta «di cattivo gusto» che espone le ragazze «alla berlina», e ancora «questo bollettino è di un maschilismo talmente becero che mi ha fatto venire la nausea». Non è piaciuto nemmeno l’attacco alle madri: «l’invettiva solo alle madri. I padri… sempre latitanti» scrive un’altra signora.

La difesa delle coscritte: «poteva dirci le cose in faccia»

Scorrendo i commenti sotto alla foto del volantino, c’è anche la difesa di una delle coscritte. È una delle ragazze apparse nella foto qualche commento più in alto, e posta un ulteriore foto di gruppo della stessa giornata. «Non penso che eravamo volgari anzi eravamo più che eleganti» scrive la ragazza, che risponde attaccando il parroco: «Poteva benissimo dire le cose in faccia durante il pranzo invece di brindare con noi». Insomma, sarebbe bastato davvero poco: una battuta tra un augurio per il nuovo anno e un brindisi, o un richiamo informale. Invece, don Alberto ha scelto un volantino per ricordare che “l’abito fa il monaco”

Gepostet von Anna Letizia Calligaris am Sonntag, 6. Januar 2019

 

(credits immagine di copertina: immagini pubblicate sul gruppo Facebook aperto “Sei di Resia se…” )

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