Gli assurdi commenti (e complotti) alla notizia del giovane senegalese che ritrova e restituisce un Rolex

22/11/2019 di Enzo Boldi

Ogni tanto capita ai giornali di raccontare belle storie come quella accaduta a Parma. Un uomo, un imprenditore di Mantova, si era recato nella città ducale per suoi impegni personali. Aveva con sé un orologio Rolex di grandissimo valore, contenuto in una custodia di velluto, prima di smarrirlo per strada. Allora, dopo aver denunciato la scomparsa alla Polizia locale, ha deciso di chiedere alla Gazzetta di Parma di pubblicare il suo appello offrendo una cospicua ricompensa a chiunque lo avesse ritrovato e riconsegnato. Il lieto fine arriva quando un giovane, un senegalese di 22 anni, trova quella merce preziosa e la riconsegna agli agenti. Ma la vicenda ha contorni ancora più dolci: l’imprenditore ha deciso di assumere il giovane (fino all’altro giorno disoccupato) nella sua azienda.

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Il lieto fine, come detto. Ma non per tutti. La Gazzetta di Parma ha deciso di comunicare l’epilogo di questa bella storia con un breve articolo sulla propria edizione online, raccontando la ricompensa offerta al giovane senegalese. I commenti, però, sono come al solito vomitevoli. La base razzista e complottista emerge sempre di più in questo tetro periodo della storia italiana. Ed ecco che vengono fatti ammiccamenti, derisioni e accuse (sì, addirittura) all’imprenditore.

La storia di Parma e la solita vergogna social

Una valanga di frasi senza senso, oltre qualsiasi logica. Il solito rigurgito della mente umana che va a trovare la polvere sotto tappeti lindi e puliti di una bella vicenda che dovrebbe essere la normalità. Si parte dalle reactions con il sorriso amorfo, fino a commenti vomitevoli. I classici commenti che hanno il sapore amaro della bile di questi personaggi che sui social danno sfoghi a turbe mentali. Ecco una breve raccolta di quanto di vergognoso scritto sotto all’articolo della Gazzetta di Parma.

 

Le ipotesi di complotto per via del colore della pelle

La vicenda di Parma è la dimostrazione di quanto il germe insito nella mente di alcuni italiani abbia trovato il suo sfintere nei social. Si può dire di tutto, si può accusare chiunque di qualsiasi cosa senza aver paura di nulla. Prima o poi, però, capiterà di incrociare uno specchio e forse, vedendo la propria immagine riflessa, si inizierà ad avere compassione per se stessi.

(foto di copertina: Anders Wiklund via ZUMA Press)

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