Parler torna online dopo un mese

L'annuncio di Parler di nuovo online è stato dato tramite comunicato stampa dal social stesso

15/02/2021 di Ilaria Roncone

Parler torna online dopo un mese di sospensione dovuto allo shut down di Amazon – che offriva alla piattaforma sovranista hosting – per violazione delle policy aziendale. La compagnia ha annunciato via comunicato stampa che il social è di nuovo accessibile per tutti gli utenti che avevano un account già attivo. Le nuove iscrizioni saranno possibili a partire dalla prossima settimana. Oltre al ritorno online, il social ha annunciato anche il nuovo CEO in via temporanea, Mark Meckler – uno dei co-fondatori del gruppo di destra Tea Party Patriots. Per la ricerca del CEO permanente Parler sta «conducendo una ricerca approfondita», ha detto l’ex CEO licenziato a inizio febbraio.

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Parler un mese dopo

I vecchi post – quelli che hanno portato alla sospensione per la pericolosità legata alla possibilità di organizzare eventi violenti durante l’insediamento di Joe Biden e al sostegno della campagna pro-Trump “Stop the Steal” – non sono riapparsi e non sono rintracciabili. Alcuni tra i più famosi user di Parler, come il conduttore di Fox News Sean Hannity, hanno ricominciato a postare contenuti ma per recupere quelli precedenti alla chiusura voluta da Amazon occorre consultare i contenuti archiviati da un ricercatore che è riuscito a scaricarli prima che venissero rimossi.

«Tecnologia robusta, sostenibile e indipendente»

Queste le parole che compaiono nel comunicato stampa, come sottolinea The Verge, e Parler è nuovamente attivo su Epik, noto per aver dato asilo a siti di estrema destra buttati giù. La posizione di Parler continua a rimanere tuttavia incerta, considerato che Google e Apple non hanno ripristinato la possibilità di scaricare l’app dagli store. Inoltre la causa legale tra Amazon e Parler prosegue, con il giudice che appare indifferente alle dichiarazioni del social sovranista. Intanto la situazione di Parler viene esaminata anche al Congresso e il presidente del Comitato di supervisione della Camera ha domandato di vedere i documenti relativi ai finanziamenti e alle operazioni del social sovranista.

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