Papa Ratzinger e la lettera dirompente sulla pedofilia: «Collasso morale iniziato nel ’68»
11/04/2019 di Redazione
Chi sta dentro alle cose del Vaticano sostiene che la lettera di diciotto pagine con cui Papa Ratzinger affronta il tema della pedofilia nella chiesa sia stata scritta per completare le conclusioni emerse dal Congresso delle conferenze episcopali di tutto il mondo sul tema, convocato da Papa Francesco e svoltosi nel mese di febbraio del 2019. Completare, perché secondo Joseph Ratzinger il meeting si è concluso senza una forte base teologica, che le sue parole – invece – contribuiscono a costruire.
La lettera di Papa Ratzinger sulla pedofilia nella chiesa
E suonano come terribili e minacciose per il destino della Chiesa, che si annuncia divisa nel futuro perché scelte difficili, radicali, che non prevedono scorciatoie andranno a mettersi contro i «collassi morali» del secolo.
Proprio sull’espressione «collassi morali» Benedetto XVI insiste tanto. Il papa emerito – che annunciò le sue dimissioni nel 2013 – ha ritenuto opportuno collegare il problema della pedofilia nella Chiesa a quel clima di permissione che si venne a creare dopo le rivoluzioni del 1968. Papa Ratzinger riporta al centro un periodo che, ormai, era stato quasi dimenticato o, quantomeno, ridimensionato per la sua portata.
Secondo Papa Ratzinger, c’è un legame tra la pedofilia e il ’68
«Nella fisionomia della Rivoluzione del 1968 – stando a quanto scritto da Papa Ratzinger – si riconosce anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente. Mi sono sempre chiesto come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l’enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi».
Papa Ratzinger analizza il clima nella Chiesa di quegli anni e dei successivi: il divieto per alcuni ragazzi in seminario di leggere le sue opere, considerate contrarie allo spirito del tempo, ma anche la formazione di «club omosessuali» sempre all’interno delle istituzioni che avrebbero dovuto portare alla formazione di una nuova generazione di sacerdoti. Infine, Ratzinger ricorda un episodio legato a una giovane chierichetta: «Una giovane ragazza che serviva all’altare come chierichetta mi ha raccontato che il vicario parrocchiale introduceva l’abuso sessuale su di lei con queste parole: “Questo è il mio corpo dato per te”. È evidente che nelle parole della consacrazione, si rinnovava l’abuso subito».
Alla fine della lettera, Papa Ratzinger vuole ringraziare anche Papa Francesco per quanto fatto fino a questo momento. Ma la figura di Bergoglio, all’interno di questa missiva, sembra quantomai sfumata e distante. Un monito al suo pontificato?