Il monito di Papa Francesco: «Se si è allergici alle contaminazioni si diventa una setta»

09/06/2019 di Enzo Boldi

In una piazza San Pietro affollata nel giorno della Pentecoste, Papa Francesco ha lanciato un monito contro l’odio xenofobo che pervade il mondo intero. Il Pontefice ha sottolineato come la chiusura delle porte a culture diverse non serve a nulla se non a condurre a una serrata degli orizzonti e a una cecità nei confronti del resto del mondo. Bergoglio ha poi rimarcato i danni che ha prodotto, produce e produrrà il linguaggio dell’odio che è stato sempre più sdoganato.

«Oggi nel mondo le disarmonie sono diventate vere e proprie divisioni: c’è chi ha troppo e chi nulla, c’è chi cerca di vivere cent’anni e chi non può venire alla luce. Nell’era dei computer si sta a distanza: solo contatti, più ‘social’ ma meno sociali – ha detto Papa Francesco durante l’omelia in piazza San Pietro -. Sempre più c’è la tentazione di costruire ‘nidi’: di raccogliersi attorno al proprio gruppo, alle proprie preferenze, il simile col simile, allergici a ogni contaminazione. Dal nido alla setta il passo è breve, anche all’interno della Chiesa».

Papa Francesco apre alle contaminazioni per non diventare una setta

Il discorso del Pontefice prosegue analizzando la tendenza allo sdoganamento di un gergo volgare e denigratorio per stabilire una posizione di forza all’interno della società moderna: «Va di moda aggettivare, purtroppo anche insultare. Viviamo in una cultura dell’aggettivo che dimentica il sostantivo delle cose. È anche una cultura dell’insulto – ha detto Papa Francesco ai fedeli accorsi per l’omelia nel giorno della Pentecoste -. Dopodiché ci rendiamo conto che fa male, a chi è insultato ma anche a chi insulta, Rendendo male per male, passando da vittime a carnefici, non si vive bene. Chi vive secondo lo Spirito, invece, porta pace dov’è discordia, concordia dov’è conflitto».

Il dono divino della diversità

Insulti liberi e lotta contro chi è diverso da noi. Papa Francesco conclude la sua omelia sottolineando come l’essere differenti gli uni dagli altri sia un qualcosa che dovrebbe unire e non dividere: «Siamo diversi, nella varietà delle qualità e dei doni. Lo Spirito li distribuisce con fantasia, senza appiattire, senza omologare. E, a partire da queste diversità, costruisce l’unità. Fa così, fin dalla creazione, perché è specialista nel trasformare il caos in cosmo, nel mettere armonia. È specialista nel creare le diversità».

(foto di copertina: ANSA/VATICAN MEDIA)

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