Papa Francesco batte i pugni: «Meglio essere atei che cristiani ipocriti»
02/01/2019 di Enzo Boldi
Una dura e amara riflessione durante la prima Udienza generale in piazza San Pietro. Così Papa Francesco ha deciso di inaugurare il 2019, ammonendo tutti quei cristiani che fanno finta di vivere la Chiesa, i suoi dettami e i principi fondamentali scritti nel Vangelo. «Meglio essere atei che cristiani ipocriti», ha tuonato il Santo Padre. Il riferimento chiarissimo è a tutti coloro i quali si professano profondamente credenti, ma che poi offrono comportamenti che vanno al di là della bontà e della pietas tipicamente cristiana e proposta nelle Sacre Scritture.
«C’è gente che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio: e lo fanno per essere ammirati dagli uomini – ha tuonato Papa Francesco nella prima Udienza generale dell’anno a piazza San Pietro -. E quante volte noi vediamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno lì tutta la giornata o vanno tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente».
Papa Francesco: «Meglio essere atei che cristiani ipocriti»
Una dura presa di posizione, in un periodo storico in cui l’odio vive sulle labbra delle persone, anche di quelle che si professano profondamente cristiane, che dicono di difendere le loro radici cristiane, che dicono di leggere il Vangelo e baciano il rosario prima di andare a dormire. «Questo – ha proseguito Papa Francesco nella sua pubblica accusa da piazza San Pietro – è uno scandalo: meglio che non vadano in chiesa. Meglio vivere come ateo anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiani. Pregare non è parlare a Dio come un pappagallo, scusatemi: no!».
«Pregare non è parlare a Dio come un pappagallo»
L’aspra critica è mossa a quei molti che utilizzano le simbologie cristiane in segno dell’apparenza, mostrando a tutti la loro ‘ipocrita’ fede e poi, neanche troppo in silenzio, mostrano alla luce del sole la loro vera natura fatta di odio. Un’ammonizione da parte di Papa Francesco che stupisce, ma neanche troppo vedendo l’andamento della storia contemporanea. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
(foto di copertina: ANSA / IGOR PETYX)