Paola Taverna dice che si rafforza la democrazia rappresentativa tagliando i parlamentari

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L'intervista della vicepresidente del Senato al Fatto Quotidiano

Tra tutti i benefici della riforma del taglio dei parlamentari, evidentemente, Paola Taverna – esponente storica del Movimento 5 Stelle, nonché vicepresidente del Senato e laureanda in scienze politiche – ha scelto proprio quello meno evidente. L’occasione è stata rappresentata da un’intervista al Fatto Quotidiano per commentare la presente stagione politica, la gestione della crisi di governo da parte del Movimento 5 Stelle, la possibile trattativa con il Partito Democratico per la formazione di un nuovo esecutivo.



Paola Taverna è critica sull’accordo Pd-M5S

Paola Taverna viene descritta tra i più contrari all’accordo e lo rimarca anche all’indomani dei punti chiave di Nicola Zingaretti resi noti ieri in una assemblea del Partito Democratico che gli ha dato un mandato pieno per trattare con i pentastellati. Secondo la vicepresidente del Senato, i punti sono molto vaghi, tanto che Zingaretti avrebbe potuto inserire anche la «pace nel mondo».

Le si fa notare, tra l’altro, che il ruolo centrale che Zingaretti vorrebbe restituire al Parlamento sembra proprio un riferimento alla tanto sbandierata democrazia diretta del Movimento 5 Stelle, che prima vota sulla piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio e poi passa a concretizzare le proprie azioni nelle aule. Anche se questa pratica, ultimamente, è diventata sempre più marginale, mentre sono stati favoriti (soprattutto nell’esperienza di governo con la Lega) gli accordi a porte chiuse e le riunioni dove lo streaming è ormai soltanto un vago ricordo.



Paola Taverna, il taglio dei parlamentari e la democrazia rappresentativa

«La democrazia diretta è un obiettivo fondamentale – ha detto Paola Taverna -. Parlano tanto di democrazia rappresentativa e allora iniziamo a renderla più efficiente e a risparmiare con il taglio dei parlamentari». Com’è evidente un taglio sostanzioso dei parlamentari – la riforma costituzionale a cui manca soltanto un passaggio alla Camera, firmata dal Movimento 5 Stelle prevede una sforbiciata di 345 eletti (ecco qui il suo destino con la crisi di governo e le dimissioni di Giuseppe Conte) – non fa altro che rendere più difficile l’esatta rappresentatività del Parlamento.

I collegi che saranno rappresentati con il taglio di un terzo dei parlamentari rispetto al loro numero iniziale previsto dalla Costituzione del 1948 saranno sempre meno. Dunque, se il taglio dei parlamentari potrà rappresentare un beneficio in termini di costi e di privilegi – oltre che un rafforzamento di determinati indirizzi, essendoci una quota di sbarramento all’ingresso più alta – lo farà proprio a danno della rappresentatività. È proprio il compromesso che i cittadini dovrebbero accettare per una riforma di questo genere. Ma Paola Taverna sembra convinta che con meno deputati e senatori, la rappresentatività sia garantita meglio. Un ossimoro.



FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI