La critica a Che Tempo Che fa per l’intervista alla giornalista russa del cartello “No War”

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Osservatori di politica dell'est Europa lo hanno evidenziato; anche Olga Tokariuk l'ha rilanciata

L’intervista di Marina Ovsyannikova a Che Tempo Che fa è stata molto criticata da chi si occupa da tempo di Ucraina e da chi racconta quel territorio. Ricordate? Si tratta della giornalista russa che è comparsa durante la diretta del telegiornale di Channel One con il cartello No War. La donna è stata fermata per qualche ora ed è stata successivamente rilasciata: dovrà pagare una multa ma, stando alle sue dichiarazioni, rischia comunque un processo in patria, sulla base della recente legge approvata dalla Duma che punisce le presunte “fake news” contro l’esercito russo e sull’invasione dell’Ucraina. Per questo, diversi media internazionali hanno raccontato la sua storia e – nelle scorse ore – la giornalista è stata ospite, in collegamento, di Che Tempo Che Fa. Dall’Ucraina, tuttavia, la presenza di Marina Ovsyannikova sui media occidentali è guardata con sospetto. Per questo, analizzando le dinamiche dei nostri mass-media – ed essendo chiamato in causa direttamente Che Tempo Che Fa, di cui è stato pubblicato uno screenshot -, è opportuno descrivere lo stato di questo dibattito.



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Marina Ovsyannikova criticata dall’Ucraina: le motivazioni

Sergej Sumlenny – un esperto di Europa orientale che è stato direttore della ong Heinrich-Böll-Stiftung – ha ripreso le immagini della giornalista russa a Che Tempo Che Fa e ha dichiarato: Ricordate la signora Ovsyannikova, che è apparsa con il suo cartellone di protesta sulla TV di stato russa? Ora sta spingendo l’UE a revocare le sanzioni perché “nonne e bambini stanno soffrendo, e questa è la guerra di Putin”. Coloro che l’hanno acclamata hanno aiutato Putin». In realtà l’analista utilizza una espressione ancor più forte, sostenendo che la giornalista sia in realtà dell’FSB, il servizio segreto del Cremlino.



La sua critica è stata ripresa anche dalla giornalista ucraina Olga Tokariuk, di cui vi avevamo già parlato perché aveva fatto nomi e cognomi dei corrispondenti della Rai che, nella sua opinione, stavano dando una visione parziale (e legata al flusso di notizie arrivato dalla Russia) del conflitto in Ucraina (in particolare, aveva criticato il corrispondente Mark Innaro e l’inviato Alessandro Cassieri).

Olga Tokariuk ha condiviso l’opinione dell’analista e ha commentato così: «Nessuna empatia per la sofferenza degli ucraini, nessun rimorso per anni di propaganda e odio anti-ucraini. Molti in Occidente preferirebbero simpatizzare con i “poveri russi” che subiscono sanzioni piuttosto che con gli ucraini uccisi dalle bombe». Si tratta di una visione che già nelle ore immediatamente successive al gesto di protesta della giornalista russa stava circolando tra politici ucraini e giornalisti ben radicati sul territorio.

Non si può assolutamente dire che Che Tempo Che Fa sia una trasmissione che non prende in considerazione le sofferenze del popolo ucraino. E ovviamente, la buona fede (il fatto di voler documentare un atto di solidarietà nei confronti del popolo ucraino) non è in discussione. La posizione della trasmissione di Fabio Fazio sul conflitto è abbastanza netta: una condanna all’invasione di Putin.

Tuttavia, alla luce delle voci e delle opinioni di chi il conflitto in Ucraina lo sta vivendo da vicino e di chi conosce il background dello stesso, ci si chiede se – in questo caso – sia stata fatta la valutazione corretta.