Licenziata l’ostetrica No Vax dell’ospedale di Macerata
15/11/2018 di Enzo Boldi
Un’ostetrica No Vax è stata licenziata dall’ospedale di Macerata per non essersi vaccinata. La decisione definitiva è stata comunicata dal direttore dell’Area Vasta 3, il dottor Alessandro Maccioni, che ha spiegato come la donna si sia rifiutata di immunizzarsi, nonostante gli obblighi di legge, i continui inviti da parte degli uffici sanitari competenti e le deroghe temporali in attesa di una sua decisione. Troppo alto il rischio di infezione per i piccoli neonati ospiti del nosocomio marchigiano per non arrivare a questa decisione. La vicenda è stata raccontata dal Corriere Adriatico.
«Dispiace che sia andata a finire così – ha spiegato il dottor Alessandro Maccioni all’Ansa -, né io né i miei collaboratori siano contenti quando si firma un provvedimento del genere, ma la storia andava avanti da mesi, più volte ci sono stati incontri e colloqui». La lettera di licenziamento per giusta causa (e senza preavviso) doveva esser firmato oltre 20 giorni fa, ma i dirigenti sanitari hanno rimandato il provvedimento nella speranza di convincere la donna a rispettare le normative vigenti.
Roberto Burioni: «Un’ostetrica che rifiuta il vaccino è una criminale»
Sul proprio profilo Facebook, anche il noto medico Roberto Burioni – da sempre in prima linea nella lotta a chi orgogliosamente porta avanti le mozioni anti-vaccini e per questo motivo nel mirino degli haters della rete – ha parlato di atteggiamento criminale da parte dell’ostetrica No Vax di Macerata.
L’ostetrica No Vax e il mancato rispetto delle norme sanitarie
L’ostetrica No Vax, però, non ne ha mai voluto sapere e ha deciso di infrangere le norme per seguire le sue convinzioni. L’obbligatorietà vaccinale, infatti, è prevista dal piano nazionale di prevenzione 2017-2019 ed è stata recepita da una determinazione della Regione Marche datata maggio 2017 e, pochi mesi dopo anche dall’Anagrafe Sanitaria Unica Regionale. A dover rispettare questa normativa sono molte categorie impegnate nei reparti sanitari più a rischio, come quello di ostetricia.
(foto di copertina: Brendan Fitterer/Tampa Bay Times via ZUMA Wire)