L’Osservatore romano, in fondo, non se l’è presa per l’esibizione di Achille Lauro a Sanremo
Fiorello, sul palco, aveva paventato (ironicamente) una rassegna poco serena da parte del quotidiano della Santa Sede
03/02/2022 di Redazione
In fondo, è stata una reazione composta. Che nulla ha a che vedere con quelle veementi di persone che si professano ultracattoliche come il senatore leghista Simone Pillon, ad esempio. L’Osservatore Romano non si è scomposto più di tanto per l’esibizione di Achille Lauro, che si è praticamente “battezzato” sul palco di Sanremo (il simbolismo è quello tipico del sacramento, ma in fondo ci sono delle differenze sostanziali con il rituale). Chiamato simpaticamente in causa da Fiorello (che nella prima serata aveva paventato – sempre con la sua ironia – una reazione da parte della stampa vaticana), l’Osservatore Romano ha risposto in maniera ragionevole.
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L’Osservatore Romano ha commentato in maniera composta l’esibizione di Achille Lauro
Con una semplice nota sul suo sito web nello spazio della lettere del direttore Andrea Monda – che di solito è dedicato a riproporre i contenuti del quotidiano cartaceo e che affronta tematiche da sempre molto care all’informazione della Santa Sede (la geopolitica nei vari Paesi del mondo, temi di natura filosofica, riflessioni di ambito religioso, notizie dalle comunità cattoliche di tutto il pianeta) -, l’Osservatore Romano ha speso qualche parola sull’esibizione di Achille Lauro:
«Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro – si legge sul sito dell’Osservatore -. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è L’Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta».
Insomma, se quella di Achille Lauro è stata trasgressione – pare voler trasmettere questo messaggio l’Osservatore Romano -, allora non è propriamente una novità ispirarsi al vangelo. Nulla che non sia stato già fatto in passato o che non sia stato riproposto in altri spettacoli televisivi e non solo. Il riferimento a David Bowie come “trasgressore al contrario” perché ha recitato il Padre Nostro è un piccolo pungolo ad Achille Lauro che proprio a David Bowie ha ispirato una parte notevole delle esibizioni nel corso della sua carriera.