Addio al cambio tra l’ora legale e solare, «Ogni stato membro sceglierà quale tenere»
31/08/2018 di Gaia Mellone
I risultati del sondaggio parlano chiaro ed è stato confermato dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker: il cambio deve finire.
L’ora legale è quella che veniva scelta “artificialmente” da ogni stato, che porta a spostare avanti di un’ora le lancette intorno all’equinozio di primavera per sfruttare meglio le ore di luce. Ad ottobre invece si passava all’ora solare, che risponde al passaggio del sole per il meridiano locale: quando raggiunge il punto più alto è mezzogiorno. Adesso gli stati europei potranno scegliere quale delle due mantenere, dopo che il sondaggio avviato lo scorso febbraio dal Parlamento europeo ha confermato che il cambio appartiene al passato.
Ora legale, Juncker «Gli stati sceglieranno quale mantenere»
Prossimamente la Commissione Europea presenterà la proposta legislativa «per abolire il cambio d’ora due volte l’anno». La scelta tra l’ora legale e l’ora solare spetterà, specifica Juncker «agli stati membri» poiché «la scelta del fuso orario resta una competenza nazionale». Commissione Ue dopo le dichiarazioni del presidente Jean-Claude Juncker.
Ora legale, Juncker «Proporremo l’abolizione in tutta l’Unione Europea»
Jean-Claude Juncker ha comunicato la decisione durante un’intervista al canale televisivo tedesco Zdf: «La gente vuole farlo, quindi lo faremo». I risultati del sondaggio hanno stabilito che l’ora solare proprio non piace agli Europei. La partecipazione è stata tra le più alte di sempre: ben 4,6 milioni di persone hanno espresso il loro parere al sondaggio della Commissione Europea. La misura ora dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e poi dal Consiglio Europeo prima di diventare effettiva. «Abbiamo realizzato una consultazione pubblica e milioni di cittadini hanno risposto» ha continuato Juncker suggerendo che a suo parere «in futuro debba essere l’ora estiva (ovvero proprio l”ora legale’) a divenire la regola». Inizialmente era trapelato che a stravincere fosse stata l’ora solare, ma le dichiarazioni ufficiali del presidente ribaltano il risultato: più dell’80% dei partecipanti ne ha chiesto l’abolizione, preferendo l’ora legale.
Ora legale, i primi che hanno chiesto l’abolizione del cambio
A cominciare l’iter di possibile abolizione sono stati due membri del Parlamento Europeo: uno ceco e uno francese. La loro risoluzione, che chiedeva l’abolizione della direttiva che impone a livello comunitario il passaggio da ora solare a legale, è stata respinta febbraio, ma altri paesi hanno suggerito che forse la questione andava approfondita. A sollecitare la Commissione in particolare è stata la Finlandia che, come molti dei paesi del nord Europa, non vede un reale vantaggio nel far alzare i propri cittadini un’ora prima. È stato quindi aperto un sondaggio a questo link, per sentire cosa effettivamente ne pensano gli Europei. A sostenere questa “lobby” contro l’ora legale, anche l’Estonia. Il ministro dell’Economia Kadri Simpson ha spiegato ad inizio agosto di trovare la pratica «obsoleta» e danno sia per la salute che per il mondo industriale.
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Ora legale, non siamo fatti per le giornate da 25 ore
La Finlandia aveva presentato la richiesta sostenuta non solo da 70mila firme, ma anche da degli studi di esperti sulle conseguenze in termini di salute – fisica e mentale – del cambiare le lancette due volte l’anno. Secondo lo studio del 2016, due giorni dopo aver cambiato l’ora il numero di infarti è salito dell‘8%, e a risentirne sarebbero sopratutto malati di cancro e anziani, il cui rischio infarto post-cambio orario aumentava rispettivamente del 5% e del 20%. Similmente, anche uno studio della University of Alabama Birmingham aveva constatato nel 2012 che il numero di infarti aumenta del 10% il primo lunedì e martedì che seguono al cambio dell’ora. Senza scomodare queste evenienze drammatiche, è stato registrato che il cambio dell’ora crea disturbi del sonno, spossatezza, problemi di concentrazione, irritabilità e un generale malessere, con conseguenti effetti sia nella vita quotidiana che lavorativa.
Lo spostamento delle lancette porta infatti le persone ad agire sul cosiddetto “ciclo circadiano” ovvero quello che regola il ritmo di sonno e veglia: una sorta di regolatore dell’orologio interno che fondamentalmente funziona di risposta alla luce solare.
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Ora legale, forse è ora di cambiare
È dal 1996 che tutti gli europei spostano le lancette avanti di un’ora l’ultima domenica di marzo e indietro di un’ora l’ultima domenica di ottobre, e i risultati non sembrano valere la candela. Inizialmente, l’idea di creare più ore nell’arco della giornata avrebbe dovuto trasformarsi in un risparmio energetico. Così invece non è stato, o almeno, non più: siamo ben lontani dai tempi delle lampada ad olio che rendevano lo sfruttamento della luce solare necessario e conveniente. L’ora legale divenne legge per la prima volta nel Regno Unito il 17 maggio del 1916, facendo avanzare le lancette di un’ora la domenica immediatamente successiva. Tra i primi Paesi a seguire l’esempio, la Germania – che adotto l’ora legale ancor prima che fosse legge ufficiale nel Regno Unito – e l’Italia. Dal 1996 la Comunità Europea l’ha adottata ufficialmente, applicando a tutti gli Stati membri un calendario universale. Ad oggi, i paesi che adottano questa modalità sono 70.
Ora legale, ci vuole un piano univoco
Nel questionario sottoposto veniva specificatamente richiesto di esprimere una preferenza tra l’orario solare o legale, ma che questo non avrebbe avuto effetti sul fuso orario. «È fondamentale mantenere un regime orario uniforme a livello dell’UE anche una volta interrotto il cambiamento semestrale dell’ora» si legge nella risoluzione che ha dato il via all’indagine, precisando poi che la scelta tra quale opzione rendere permanente spetterebbe poi a ciascuno Stato membro. Altre dichiarazioni però vogliono scongiurare l’effetto a «macchia di leopardo»: o tutti, o nessuno.
(Credits foto copertina CC0 Creative Commons)