Omicidio Murazzi, spunta l’ipotesi dello scambio di persona
03/04/2019 di Enzo Boldi
Una confessione che potrebbe essere molto meno veritiera di quanto ritenuto in origine. Said Machaouat si era consegnato ai carabinieri di Torino accusandosi di esser stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Stefano Leo, il 33enne piemontese barbaramente sgozzato il 23 febbraio nella zona dei Murazzi, lungo le rive del fiume Po. L’uomo, 27 anni di origine marocchina, ha detto di averlo ucciso perché lo aveva visto troppo felice, quindi senza conoscerlo. I racconti dei familiari dell’ex fidanzata del reo confesso, però, aprono le porte a una verità molto differente che vede sempre Said al centro di questo orribile fatto di cronaca, ma protagonista di un delitto passionale con tanto di scambio di persona.
«Aveva minacciato che un giorno o l’altro gli avrebbe tagliato la gola – ha raccontato a Repubblica Nicola, il padre di Fabio M., nuovo compagno della donna che era stata la fidanzata di Said Mechaquat e la madre di suo figlio -. La barba, il sorriso, a parte gli orecchini e il colore degli occhi si assomigliano come due gocce d’acqua. Quell’uomo voleva sgozzare mio figlio, non quel povero ragazzo». Si apre, dunque, l’ipotesi dello scambio di persona tra due ragazzi che, come descritti, sembrano essere quasi due gocce d’acqua, seppur con qualche minima differenza.
Omicidio Murazzi, si pensa allo scambio di persona
«Said e Fabio si conoscono, hanno litigato spesso perché mio figlio difendeva la sua compagna con cui vive da diversi anni. Ma forse Said si è confuso, non lo so – ha proseguito il padre dell’uomo -.Dobbiamo solo accendere un cero. A noi è andata bene, ma è terribile quel che è successo a quel ragazzo e alla sua famiglia». E anche i carabinieri di Torino e i pm che stanno seguendo l’omicidio Murazzi continuano a nutrire seri dubbi sulla veridicità della confessione di Said Machaouat.
La somiglianza tra Stefano Leo e il compagno dell’ex del reo confesso
«Non vi sembra che il mio compagno e Stefano Leo si assomiglino tantissimo?», aveva detto l’ex fidanzata del reo confesso ai carabinieri di Torino, ma quel collegamento è stato fatto solo dopo la confessione di Said. «Se solo avessimo collegato le cose prima – conclude il padre del nuovo compagno della donna – forse avremmo potuto dare una mano alle indagini». Non è escluso che gli inquirenti considerino le parole del reo confesso come un tentativo per ottenere una perizia psichiatrica che porterebbe a uno sconto della pena.
(foto di copertina: ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)