La Nuova Zelanda vuole vietare i gatti come animali domestici
30/08/2018 di Gaia Mellone
Niente più gatti in Nuova Zelanda. Non ci sarà la strage dei felini, ma alla morte del proprio animale domestico non sarà più possibile prenderne un altro. Questo se dovesse passare la proposta fatta per proteggere la fauna nativa.
Basta gatti in Nuova Zelanda, «teneteli in casa, stanno combinando un disastro»
L’idea è venuta all’amministrazione regionale del Southland e riguarda un piccolo villaggio sulla costa du Omaui, immerso in un’oasi protetta. La prima fase prevede l’obbligo per i residenti di sterilizzare i propri gatti e registrarli con il microchip. Fin qui nulla di strano, se non fosse che lo stesso “pet plan” prevede che se i padroni non rispetteranno queste nuove regole, come ultima risorsa gli verrà sottratto l’animale. Sopratutto alla morte del felino, il proprietario non sarà più autorizzato ad accoglierne un’altro.
Non è una scelta anti-animalista, anzi. Le autorità locali vogliono infatti proteggere i 230 ettari di oasi intorno ad Omaui, casa di molti piccoli uccelli come il Rhipidura, il passerotto simbolo della nazione, il Gerigone grigio e il Cuculo, ma anche esemplari di specie più grandi come il Tui.
Il manager delle operazioni di Biosicurezza Ali Meade ha detto alla stampa locale che «ci sono troppi gatti che entrano nella vegetazione del posto, cacciano gli uccelli, prendono gli insetti e i rettili. Stanno combinando un disastro».
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Basta gatti in Nuova Zelanda, l’ira dei residenti
Sebbene sia stato chiarito che «non odiamo i gatti, ma l’ambiente deve continuare a essere ricco di biodiversità», il piano di gestione dei gatti ha immediatamente suscitato le proteste dei residenti di Omaui, che hanno già annunciato una raccolta firme per bloccare quello che hanno definito «un comportamento da stato di polizia».
Le motivazioni non sono solo affettuose, ma anche di prevenzione: secondo alcune testimoniante raccolte dai media locali, l’introduzione del gatto in famiglia è l’unico modo per arginare l’invasione di un altro animale, il ratto. Inoltre, sono state sollevate perplessità sugli effetti a lungo termine che l’eliminazione della presenza felina avrebbe sull’ambiente.
Basta gatti in Nuova Zelanda, la colpa è degli umani
Il dottor Peter Marra, a capo del centro Smithsonian Migratory Bird Centre, ha chiarito che l’emergenza è reale: I gatti sarebbero i responsabili dell‘estinzione di ben 63 specie in tutto il mondo. «Suona estremo, ma la situazione sta davvero andando fuori controllo» ha continuato Marra, spiegando che il vero problema in realtà non è dei piccoli predatori, che si comportano secondo la loro natura, ma dei loro padroni. Dove possibile, sarebbe meglio tenerli in casa e intrattenerli con dei giocattoli e non lasciarli liberi all’esterno dove si metterebbero a cacciare. Marra suggerisce piuttosto di fargli fare delle lunghe camminate al guinzaglio perché, insiste, «la colpa non è degli animali, ma degli umani».
(credits immagine di copertina: © Patrick Lefevre/Belga via ZUMA Press)