C’è anche il numero del fondatore di Telegram, Pavel Durov, nella lista dei contatti nel mirino di Pegasus

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Anche il contatto telefonico del fondatore di Telegram è presente nella lista dei controllati da Pegasus ma sul suo telefono non è stata eseguita l'analisi

Dopo Macron e dopo Prodi, la lista dei nomi in vetta vittime dello spyware Pegasus si allunga sempre di più. Anche il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è nella lista di persone intercettate. Proprio colui che è diventato celebre nel mondo per aver creato un’app di messagistica inviolabile è stato messo sotto sorveglianza dallo spyware dell’azienda tecnologica israeliana. La correlazione Pavel Durov Pegasus è emersa poiché anche il miliardario ha trovato il proprio numero in quella lunga lista di persone spiate.



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Durov Pegaus, l’ipotesi di violazione dello smartphone

Mancando un esame forense dello smartphone di Durov, non c’è certezza – per ora – che sul dispositivo sia stato installato Pegasus. Quel che è certo, però, è che il numero di telefono del miliardario compare nella lista. NSO ha affermato che il fatto che un numero telefonico sia presente nell’elenco non vuol dire che, necessariamente, quella persona sia stata selezionata per la sorveglianza.



L’azienda israeliana ha affermato che «qualunque affermazione rispetto al fatto che un nome in lista sia necessariamente obiettivo reale o potenziale di Pegasus corrisponde al falso». Gli avvocati, intanto, hanno anche fatto sapere – scrive il Guardian – che il fatto che l’azienda non risponda alle tante accuse che sta ricevendo in questo senso non rappresenta un silenzio assenso, ovvero una conferma della veridicità di quelle informazioni.

La verità, però, è che quella lista che molte testate giornalistiche stanno esaminando è quella dei contatti interessanti per i governi clienti di NSO. E che alcune persone presenti sono effettivamente state messe sotto sorveglianza, come ha provato l’esame forense dei loro telefoni.



I governi che vorrebbero guardare il telefono di Durov di certo non mancano

Non c’è effettiva conferma che anche il cellulare di Durov sia stato infettato dallo spyware in grado di aggirare qualsiasi crittografia end-to-end. Ciò però non toglie che la lista di governi, potenti e servizi segreti che vorrebbero dare una sbirciatina al suo smartphone sia lunga e nutrita. Dalla Russia –  che il miliardario ha lasciato nel 2013 e con i servizi segreti della quale ha avuto contrasti – a Hong Kong, Iran e Bielorussia – paesi nei quali Telegram è stato fondamentale per organizzare le rivolte -, le ipotesi si sprecano.