Non è Sanremo, tra la lezione di vita di Palumbo e il 52% di Fiorello per il PD

Seconda giornata all’insegna del divertimento al Festival di Sanremo 2020, ma anche della politica con il nostro appuntamento Non è Sanremo. Si comincia prestissimo, dato che Fiorello lancia subito un messaggio a Matteo Salvini rispondendo a una nostra domanda al termine della conferenza stampa: “Non ci ha visto? Peccato”. Fiorello d’altronde è stato il grande mattatore del Festival, anche se conferma l’idea di voler far sorridere su altri argomenti e non sulla satira politica. Scelta anche vincente visto che gli ascolti lo premiano sensibilmente. C’è da dire che ad un certo punto Fiorello scherza sugli ascolti dicendo ad Amadues: “Vai col Pd che hanno bisogno del 52%”. Sempre Fiorello diverte moltissimo quando sdrammatizza sullo scottante tema delle donne “Non devi prenderle per mano quando scendono le scale, altrimenti c’è del manismo. A me i fiori sono piaciuti. Parità? Dovete dare i fiori anche agli uomini altrimenti c’è del fiorismo”. Ecco Fiorello con il suo classico stile dice chiaramente a tutti di amarsi dimenticandosi delle etichette.

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Non è Sanremo, lo spazio per un momento di civiltà

Oltre a Fiorello ieri è stato però anche il turno di un grande momento di civiltà, con la presenza sul palco di Paolo Palumbo che ci ha colpito molto. Il 22enne malato di SLA ci ha dato una lezione di vita e, soprattutto dignità. Con l’aiuto di un macchinario ha prima cantato, poi recitato un monologo che tutti dovremmo rileggere quando pensiamo a delle difficoltà “normali” come montagne insormontabili da scalare: “Il tempo è poco e dobbiamo viverlo intensamente, date al mondo il vostro lato migliore perché è la mancanza di empatia e intolleranza la malattia più grave. Nel vostro piccolo fate quanto potete per aiutare il prossimo, non buttate via la vostra vita e pensate a quei guerrieri che ogni minuto lottano per vivere”.

Altro momento degno di entrare nella nostra Non è Sanremo è stato quello dedicato alla libertà di stampa. Forse non è stato scritto e letto con dei tempi da show televisivo, ma anche il monologo sulla Libertà di Stampa affidato alla giornalista del Tg 1 Emma D’Aquino è stato un bellissimo momento dedicato alla memoria di tanti colleghi che nel mondo vengono soppressi, perché nel 2019 sono morti 41 giornalisti nel mondo e la politica deve fare molto di più per non censurare la libertà di stampa, perche questa è una delle prime forme più essenziali e alte di democrazia.

Non è Sanremo, gli attacchi di Junior Cally a Salvini e Renzi valgono l’ultimo posto

Chiudiamo dicendo che la giuria demoscopica a cui è stata affidata la classifica delle prime due serate, che ha visto primo Francesco Gabbani, ha dato il suo verdetto sulla querelle Junior Cally: dopo le pesanti accuse di Jessica Notaro in conferenza stampa infatti è risultato ultimo. La sua canzone che attacca Salvini e Renzi non ha convinto nessuno nel festival meno politicizzato di sempre. Vedremo se il pubblico a casa ribalterà le cose, sperando che Amadeus decida di non finire anche questa sera la trasmissione ad orari Los Angeliani perché altrimenti difficilmente sia la stampa che il pubblico potranno arrivare alla fine di questa lunga maratona sabato con la stessa vitalità di come quando l’hanno cominciata martedì. Chiudiamo mandando un abbraccio a Fabrizio Frizzi, perché ci manca sempre moltissimo.

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