La vera storia di Noa Pothoven raccontata dalla fonte originale
05/06/2019 di Redazione
C’era un modo decisamente semplice per scoprire la vera storia di Noa Pothoven, la 17enne olandese che si è lasciata morire dopo essere stata vittima di una violenza sessuale. «Bastavano 10 minuti per chiedere conferma della notizia a partire dalla sua fonte originale» – ha scritto la giornalista di Politico Naomy O’Leary su Twitter.
Noa Pothoven vera storia, il fact checking della giornalista di Politico
A 17-year-old rape victim was NOT euthanised in the Netherlands.@euronews @Independent @DailyMailUK @dailybeast are all wrong
It took me about 10 mins to check with the reporter who wrote the original Dutch story.
Noa Pothoven asked for euthanasia and was refused (cont.) pic.twitter.com/e7PYQSCxG1— Naomi O’Leary (@NaomiOhReally) June 5, 2019
La fonte originale, infatti, si chiama Paul Bolwerk ed è il giornalista che ha raccontato per primo la storia per la testata olandese De Gelderlander. La notizia della presunta ‘eutanasia volontaria’ a cui si sarebbe sottoposta Noa Pothoven non è comparsa su alcun media olandese, ma soltanto sui quotidiani britannici, che hanno dato ampio risalto all’argomento.
Gli ultimi giorni della vita di Noa Pothoven
Proprio Paul Bolwerk ha raccontato a Naomy O’Leary gli ultimi giorni di vita di Noa, dimostrando come nel suo caso non si possa affatto parlare di eutanasia volontaria. La ragazza era malata di anoressia e di altre patologie molto gravi: per questo motivo fece domanda di eutanasia, all’insaputa dei genitori. Questa sua richiesta venne rifiutata. La famiglia, tuttavia, cercò di sottoporla a trattamenti psichiatrici specifici e la ragazza fu portata più volte in ospedale per un ricovero. Addirittura, si provò a fare istanza per una cura a base di elettroshock, ma questo trattamento è stato negato alla famiglia in virtù della giovane età della ragazza. Per questo motivo, dopo aver rifiutato anche il ricovero in ospedale, venne autorizzato il trattamento medico da casa, a carico dei genitori e dei medici di famiglia.
Nei primi giorni del mese di giugno, iniziò a rifiutare qualsiasi bevanda e qualsiasi tipo di cibo, al punto che i suoi genitori e i suoi medici si sono trovati d’accordo sul fatto di non forzarla a mangiare e a bere.
La giornalista di Politico Naomy O’Leary ha chiesto ufficialmente spiegazioni a un network australiano (NewsComAus) e a una giornalista di Euronews Lauren Chadwick le motivazioni in base alle quali sono stati i primi a diffondere una fake news. E, infine, ha rivolto un appello ai suoi followers su Twitter: «Il modo migliore per verificare la veridicità di una notizia è cercare sull’agenzia Reuters: se non la riporta, potrebbe essere una fake news. Io mi sono formata alla Reuters e questo è il loro metodo».