Il vergognoso accanimento dei no-vax sul post di Milva che annunciava il vaccino
La somministrazione oltre un mese fa, c'è anche un giornalista che parla di "stampa che omette questo dettaglio"
25/04/2021 di Gianmichele Laino
C’è un’infinita vergogna e una serie di cose da spiegare per tutte quelle persone che hanno sentito l’assurda esigenza di andare a scrivere un commento al post con cui chi ha gestito – in questi anni di silenzi – la comunicazione di Milva ha voluto sottolineare l’avvenuta vaccinazione della cantante, icona della musica italiana, che è morta nella giornata di ieri. I no-vax contro Milva, scatenati per un decesso avvenuto a oltre un mese dalla somministrazione del vaccino, sono davvero una pagina vergognosa di questo Paese che, ormai, non sa più distinguere il reale dal virtuale, figuriamoci se può fare distinzione tra la verità e la fake news.
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No-vax contro Milva perché un mese fa aveva fatto il vaccino
Nemmeno la morte di una delle rappresentanti più illustri della canzone italiana ha placato questo clima divisivo che si sta sempre maggiormente polarizzando negli ultimi tempi. Ma ci sono una serie di cose da spiegare a questi veri e propri haters che, pur di mettere una bandierina sulla rete, non hanno esitato a rivolgersi – come se in qualche modo potesse ascoltarli – a una persona deceduta che, tra l’altro, negli ultimi anni era stata provata da una lunga malattia che, in base a quanto affermato da diretti conoscenti, le aveva fatto perdere il contatto con la realtà.
Innanzitutto, il mondo dell’informazione non è stato immune da responsabilità rispetto alla pagina vergognosa scritta da utenti che hanno commentato in maniera sarcastica il post che abbiamo embeddato. Non sono mancati i titoli come quello scelto da Affari Italiani: «Milva la rossa è morta a 81 anni. Un mese fa si era vaccinata contro il Covid». Il giornalista Cesare Sacchetti, su Twitter, aveva invece scritto in inglese: «Aveva orgogliosamente annunciato sui social che aveva ricevuto il vaccino perché “teneva alla sua vita”. Il 24 aprile è morta. I media italiani stanno nascondendo questo piccolo dettaglio al pubblico».
Non bisogna poi stupirsi se tante persone hanno scelto di andare a commentare la foto postata il 26 marzo da chi si è occupato, per tutto questo tempo, di tenere viva la memoria di Milva, anche nelle condizioni oggettivamente difficili in cui ha vissuto negli ultimi anni, dopo il ritiro dalle scene. Alcuni hanno postato il claim della campagna vaccinale modificato in maniera macabra: «L’Italia rinasce con un fiore sulla tomba di chi muore». Altri, a vario titolo, hanno fatto allusioni o hanno esplicitamente ricollegato il decesso al vaccino.
Questa è la cosa peggiore: cercare disperatamente di individuare una correlazione tra la morte di una persona anziana e malata e la vaccinazione effettuata un mese fa. È il segnale di una comunicazione ormai terribilmente fallimentare per ciò che riguarda quello che pure è l’unico metodo che potrà tirarci fuori da questa pandemia globale.