La battaglia (dimenticata) dei no vax anti-Lorenzin non è finita | GALLERY

26/02/2018 di Redazione

Gli slogan dei capi di partito a ridosso del voto hanno monopolizzato l’agenda dei media. Ma le manifestazioni di piazza alla vigilia delle elezioni politiche non sono solo quelle di deputati e senatori, aspiranti parlamentari e candidati premier. Tra un comizio e una sfilata, continua la battaglia, dimenticata dal mainstream, del popolo che si oppone all’obbligo dei vaccini, esteso dall’ultimo governo con il decreto Lorenzin da 4 a 10 immunizzazioni. Sono le voci e le bandiere dei cosiddetti no vax. O meglio: dei free vax, migliaia di attivisti che si battono per la libertà di scelta delle vaccinazioni.

 

 

I no vax in piazza San Giovanni a Roma

Sabato a Roma si sono ritrovati in centinaia in piazza San Giovanni, forse duemila, per dire no alla legge 117 e manifestare timori legati a presunti danni sulla salute dei bambini causati dalle vaccinazioni. Sono i più piccoli al centro dell’attenzione. E sono i genitori i più accaniti sostenitori della causa, in nome dell’idea che una mamma o un papà possano decidere sulle sorti dei propri figli meglio di quanto non possa fare qualsiasi Stato e qualsiasi legge. Il ministro della Salute, strenuo difensore dell’obbligatorietà vaccinale e del provvedimento che porta il suo nome che quella obbligatorietà l’ha estesa fino a dieci immunizzazioni, è il personaggio più bersagliato. I contestatori arrivano da ogni parte d’Italia. I numeri non sono certamente quelli della manifestazione di Pesaro, dove l’8 luglio al Parco Miralfiori si ritrovarono alcune decine di migliaia di persone, ma l’attivismo in un momento di massimo interesse della campagna elettorale nazionale dimostra, conferma, quanto il movimento sia radicato, organizzato, reale, vivo. Al di là delle convinzioni, giuste o sbagliate che siano.

 

 

La sponda free vax di Salvini e Di Maio contro la legge Lorenzin

È un popolo variegato quello dei no vax e free vax, che passa da chi crede, prendendo per vere vecchie e nuove bufale anti-scientifiche che circolano in Rete, che i vaccini siano del tutto inutili e dannosi e oggetto di una colossale truffa ordita dalle multinazionali del farmaco per macinare profitti su scala globale, e chi invece si limita ad una contestazione della Lorenzin ritenendo necessaria la cancellazione del decreto trasformato in legge la scorsa estate. In fondo è quest’ultima una posizione che hanno fatto propria anche gli esponenti politici protagonisti della campagna elettorale. «Cancelleremo le norme Lorenzin. Vaccini sì obbligo no», ha fatto sapere senza troppi giri di parole il leader della Lega Matteo Salvini poche settimane fa. Lo ha seguito a ruota il candidato premier del M5S Luigi Di Maio: al governo «faremo una legge per raccomandare i vaccini: siamo a favore della raccomandazione e per l’obbligo, ma come era inteso prima del decreto Lorenzin». Una sponda preziosa per il movimento. Se i politici continueranno a gridare al «fascismo sanitario», c’è da scommetterci, la battaglia avrà la spinta necessaria per proseguire. Anche con un nuovo governo e un nuovo ministro.

(Foto: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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