Nicola Zingaretti segretario Pd: punta al 69% che fu di Matteo Renzi
04/03/2019 di Gianmichele Laino
Erano le primarie Pd della paura. Quella, ad esempio, di non raggiungere nemmeno il milione di elettori. Invece, quelle che hanno dato il successo a Nicola Zingaretti, attuale presidente della regione Lazio, sono in linea con le ultime tornate interne ai dem. Nel 2017, il dato dell’affluenza aveva fatto registrare 1 milione e 800mila partecipanti. Oggi, secondo le prime stime, siamo a 1 milione e 700mila. Il popolo del Partito Democratico sembra reggere, nonostante il crollo alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Nicola Zingaretti e il successo alle primarie Pd 2019
Ed ecco allora il Partito Democratico un anno dopo, in fase di ricostruzione. Quest’ultima sarà affidata a Nicola Zingaretti che ha un bacino di preferenze che si attesta tra il 65 e il 70%. Lo scrutinio, infatti, non è stato completato nella giornata di ieri, ma continuerà questa mattina per far pervenire al popolo dei dem il dato definitivo. Che potrebbe portare Zingaretti a essere il terzo leader più votato dopo Walter Veltroni (ma le primarie del 2007 furono un’altra cosa, con un’affluenza che fece registrare – forse per la novità del format – oltre 3 milioni di partecipanti) e il Matteo Renzi del 2013 (anche quelle primarie coinvolsero maggiormente i cittadini con quasi 2,8 milioni di elettori alle urne).
La corsa a raggiungere lo stesso consenso di Renzi
Il punto di riferimento, in ogni caso, sono le primarie del 2017, quelle più simili a queste ultime per geografia politica. Il bacino degli elettori è più o meno invariato. In quella circostanza ancora Matteo Renzi sfiorò il 70% delle preferenze con 1,2 milioni di voti. È proprio a questa soglia che punta Zingaretti, almeno in base ai dati che arrivano dai suoi comitati elettorali: stando ai suoi collaboratori, il presidente della regione Lazio sarebbe tra il 65 e il 70% delle preferenze.
I dati relativi al 10% di sezioni scrutinate, invece, lo fanno fermare al 62%, con Maurizio Martina al 24,5%, Roberto Giachetti al 12,5%. Ma ovviamente, l’avanzamento delle operazioni di scrutinio potrà perfezionare il dato iniziale. «Grazie all’Italia che non si piega a un governo pericoloso – ha detto Zingaretti commentando la vittoria -. Abbiamo dato una buona immagine di confronto nella battaglia politica in questo Paese ferito» – ha ricordato, ringraziando i colleghi di partito che lo hanno sfidato in questa tornata consultiva.
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI