Sospesa da scuola la 14enne che si era rasata a zero per donare i capelli ai bimbi malati di cancro

11/01/2018 di Redazione

Quando gli adulti non capiscono la generosità dei ragazzini. E preferiscono mettere in pratica stupide regole, incapaci di buttare il cuore al di là dell’ostacolo. È la sintesi della paradossale vicenda capitata a Niamh Baldwin, una studentessa 14enne della Mounts Bay Academy di Penzace, in Cornovaglia. La ragazzina si è rasata a zero per donare i suoi capelli a un’associazione che produce parrucche per i bambini malati di cancro. Ma quando è tornata a scuola, la preside dell’istituto l’ha sospesa per non aver rispettato una delle regole dell’Academy.

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Secondo le leggi della scuola, infatti, gli studenti devono portare capelli lunghi almeno un centimetro. Pena la sospensione e l’isolamento. Sembra incredibile, ma è così. L’episodio ha avuto ampia risonanza in Gran Bretagna e diversi tabloid hanno cercato di approfondire la questione.

La preside dell’istituto Sara Davey, intervistata dal Daily Mail, ha dichiarato: «Gli studenti conoscono la politica scolastica e sanno che la conseguenza è quella di concludere l’anno scolastico nella sala di isolamento fino a quando i capelli non crescono». Secondo il dirigente scolastico, infatti, la ragazza avrebbe dovuto chiedere il permesso alla scuola o avrebbe potuto trovare un altro modo per fare della beneficienza, come sottoscrivere una raccolta fondi.

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La madre di Niamh ha difeso la scelta della figlia, sottolineando come la ragazza abbia sempre avuto buoni voti a scuola, abbia tantissimi interessi al di là delle mura scolastiche e sia dotata di un animo particolarmente sensibile. «Penso che questa sia la cosa più coraggiosa e straordinaria da fare – ha dichiarato – e mi rende così orgogliosa di lei. Per questo sono così sconvolta che la scuola l’abbia umiliata e l’abbia messa in isolamento».

Intanto, la ragazzina ha ricevuto l’apprezzamento dell’ente benefico che produce le parrucche: i suoi capelli veri hanno infatti reso felice i bambini che, magari, da questo input possono ricevere ancora più forza per portare avanti la loro difficile battaglia contro la malattia.

 

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