I proprietari del negozio indicato da Salvini come sede di spaccio organizzano «#iospacciocaffè»

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«Vogliamo dimostrare che crediamo nel lavoro e nel dialogo tra le persone»

Nella giornata di ieri, vi abbiamo parlato della storia di Matteo Salvini che, in tour elettorale a Modena, si era recato in un negozio di viale Crispi (al civico numero 38) per segnalare – su istigazione dei residenti dell’area, o meglio di alcuni di loro – una presunta attività di droga all’interno dello stesso esercizio commerciale. Nel video veniva dichiarato che nel negozio c’erano nigeriani che spacciavano, che il luogo era già stato oggetto di un servizio di Striscia la Notizia e che le autorità cittadine sarebbero dovute intervenire per fare qualche chiusura e per compiere qualche operazione di sicurezza.



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Tuttavia, vi abbiamo anche raccontato che i titolari delle mura del negozio e dell’attività sono italiani e che lo stesso esercizio commerciale di Modena è oggetto di una operazione di compravendita. Pertanto, il video di Matteo Salvini – che ha dato origine all’equivoco sulla proprietà e sulle attività illecite che vengono compiute al suo interno – avrebbe danneggiato i titolari della struttura. A tal punto che questi ultimi si sono già rivolti a un legale per tutelare la propria immagine.



Del resto, non è l’unica attività a cui i proprietari si sono dedicati. Domenica 26 gennaio, quando a Modena come in altre città dell’Emilia-Romagna si andrà a votare per le elezioni regionali, l’Openshop 24 ha organizzato un evento aperto al pubblico che si intitola #iospacciocaffè. I titolari offriranno il caffè a tutti (a partire dalle ore 10) e la cioccolata calda ai bambini.

Nella descrizione dell’evento che è stato pubblicato anche su Facebook, i titolari dell’iniziativa hanno affermato: «Vogliamo mostrare a tutti che: crediamo nel lavoro, crediamo nel dialogo e nel confronto tra le persone, cerchiamo di illuminare uno degli angoli più bui della città, siamo convinti che le strade siano di chi le abita e le vive, e – infine – non spacciamo droga!».