San Maurizio Canavese, l’orribile scritta: «Questo è un negozio ebreo»
12/06/2018 di Redazione
La vergognosa scritta «negozio ebreo», una secchiata di vernice rossa, una macchina parcheggiata lì davanti in fiamme. È questo il bilancio della notte folle di San Maurizio Canavese, un centro in provincia di Torino dove sono stati messi in atto questi gesti folli e intimidatori. Bersaglio dell’atto di antisemitismo e di vandalismo è un esercizio commerciale della centrale piazza Marconi. Le immagini sono state girate da un reporter locale, Francesco Vivenza, che ha pubblicato tutto sui social network.
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Negozio ebreo, il video del reporter Francesco Vivenza
La descrizione fatta dallo stesso reporter mette in luce anche l’immediato intervento delle forze dell’ordine. «Erano circa le 2 di notte – ha scritto Vivenza su Facebook – quando al 112 arrivano numerose chiamate per un incendio auto e sul posto intervengono tempestivamente i Vigili del Fuoco Volontari di San Maurizio Canavese che, prontamente, domano il rogo di una Hyundai, salvando anche il vicino dehors del bar della stazione posto a pochi metri. Sul posto intervengono anche i Carabinieri della Tenenza di Ciriè che, dopo alcune verifiche, notano le saracinesche del barbiere completamente imbrattate di vernice rossa: ma la cosa più grave è che su una saracinesca è stato posto un cartello con su scritto ‘questo è un negozio ebreo’, una scritta che fa rabbrividire tutti e che sicuramente rappresenta un chiaro messaggio di avvertimento».
Negozio ebreo, l’agghiaccinate parallelismo con il film La Vita è bella
Ora, verranno esaminate le telecamere di video sorveglianza che potranno fornire qualche indicazione in più sugli autori del gesto. L’avvertimento – in perfetto stile mafioso aggravato ulteriormente dall’antisemitismo – fa tornare alla mente periodi bui, richiamati anche nel fil premio Oscar di Roberto Benigni La vita è bella. Anche in quella circostanza, la saracinesca della libreria del protagonista veniva imbrattata, oggetto di scherno e derisione nell’Italia delle leggi razziali. Quel tipo di passato ci sembra davvero ancora così distante?