Chi saranno i navigator?

I tempi stringono: il governo vuole trasformare in realtà il reddito di cittadinanza prima delle elezioni europee. Ci sono ancora però molti nodi da sciogliere: il bando di selezione per i navigator non è ancora stato pubblicato, sebbene pare sia stato ultimato, e le Regioni hanno ancora molte perplessità e meditano un ricorso alla corte costituzionale.

Reddito di cittadinanza, i criteri di selezione per i navigator

La figura del navigator, ovvero la persona che dovrà aiutare chi usufruisce del reddito di cittadinanza a trovare lavoro, comincia a delinearsi un po’ di più. Sono previsti 100 mila candidati, ma i posti sono 10mila. Per accedere alla selezione bisognerà avere una laurea conseguita in una dei sei corsi previsti: giurisprudenza, economia, scienze politiche, sociologia, psicologia, scienze della formazione. Il voto di laurea farà punteggio e non c’è un limite di età massima per partecipare. La selezione si svolgerà con un test di cento domande a risposta multipla che comprenderà sia quesiti di cultura generale che sul funzionamento del reddito di cittadinanza. Chi passerà test scritto e colloquio, avrà un contratto di collaborazione della durata di due anni, con una retribuzione prevista intorno ai 30mila euro lordi l’anno. Secondo quanto dichiarato dal ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, il navigator «aiuterà a sopperire al periodo che serve ai centri per l’impiego per andare a regime», creando un ponte di contatto tra «lavoratore e datore di lavoro». Inoltre «parlerà con gli imprenditori locali» e «studierà un piano personalizzato per un percorso di lavoro e carriera».

Navigator e regioni, i dubbi

La fretta è nemica della perfezione, ma il governo vuole rendere il sistema del reddito di cittadinanza operativo entro aprile e i navigator tra maggio e giugno. Prima però dovrà convincere le Regioni, che continuano ad avanzare diverse perplessità. Con loro ci sarà un incontro martedì 12 febbraio, in modo da sciogliere i nodi della matassa.  «Il governo ci deve delle risposte» ha dichiarato Cristina Grieco, assessore al Lavoro della Toscana e coordinatrice degli assessori nelle altre Regioni. «Noi non sappiamo dove i navigatori dovrebbero operare, che cosa dovrebbero fare e da chi dovrebbero dipendere ufficialmente» ha aggiunto parlando con Repubblica. Il timore è che, se non verranno stanziati nuovi fondi, a farsi carico del salario dei navigator saranno proprio le Regioni, che hanno già in carico i 9 mila dipendenti dei centri dell’impiego. Il problema è che il lavoro è una di quelle materie concorrenti tra Stato e Regioni, e se non si riceverà l’ok dei governatori regionali l’intero castello potrebbe crollare. Mentre 6mila candidati verranno selezionati e formati dall’Anpal, l’agenzia per le politiche attive del lavoro, altri 4mila verranno assunti e gestiti in autonomia proprio dalle Regioni.

(Credits immagine di copertina; ANSA/ANGELO CARCONI)

 

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