Che cos’è questa storia di Musk che vuole creare un suo social network al posto di Twitter

La decisione dell'imprenditore sarebbe dovuta a Twitter, che non rispetterebbe il principio della libertà di parola

28/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Elon Musk vorrebbe creare un suo social network: una nuova piattaforma social perchè Twitter «non rispetta il principio della libertà di parola», secondo l’imprenditore, il quale lancia anche un sondaggio sul proprio profilo. Le risposte dei suoi utenti non tardano ad arrivare. Fra queste l’utente Pranay Pathole scrive: «stai pensando di creare una nuova piattaforma social? Una piattaforma che sarebbe costruita su un algoritmo open source, in cui la libertà di parola e la condivisione di questa libertà hanno la priorità, una in cui la propaganda è ridotta al minimo? Penso che questo tipo di piattaforma sia quello di cui c’è bisogno in questo momento», mentre Dave Lee, esperto di investimenti, propone un’altra soluzione: «saresti disposto a fare un investimento e diventare presidente del Cda di Twitter? Così potresti provare ad apportare le modifiche necessarie?». Musk risponde: «ci sto pensando seriamente». 

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L’ultima trovata di Elon Musk: l’imprenditore vorrebbe creare un suo social network per sostituirlo a Twitter

Tramite un tweet, il famoso imprenditore lancia la bomba: «dato che Twitter de facto funziona come una pubblica piazza, il mancato rispetto dei principi della libertà di parola mina dalle fondamenta la democrazia. Che cosa dovrebbe essere fatto? ». Elon Musk si domanda se, dunque, ci sia bisogno di un nuovo social media.

Per capire maggiormente il tweet di Musk, bisogna fare un passo indietro. Nel 2021, La Securities and Exchange Commission («Sec») accusa l’imprenditore di aver violato l’accordo siglato nel 2018. Secondo il Wall Street Journal secondo cui, nel 2020 la Consob americana contatta Tesla accusando l’azienda di non aver visionato adeguatamente i tweet pubblicati da Elon Musk, suo fondatore e CEO. Nello specifico, veniva sostenuto che la società di auto elettriche non si era, almeno in due occasioni, attenuta a quanto stabilito dall’autorità giudiziaria nel 2018, quando Musk veniva accusato di frode per aver annunciato, tramite un tweet, la possibilità che Tesla diventasse oggetto di buyout, operazione d’acquisto di un’impresa tramite l’impiego prevalente di capitale di soggetti terzi, con una partecipazione limitata del compratore. Il caso si risolse tramite un accordo di patteggiamento tra Tesla e Sec: sia l’azienda di auto elettriche che il suo fondatore Musk furono obbligate a versare 20 milioni di dollari a testa, con la promessa che tutti i successivi tweet sarebbero stati supervisionati dal team di legali di Tesla, prima della loro pubblicazione. In quell’occasione, il titolo Tesla a Wall Street chiuse con una perdita del 18%.

Ora la questione torna alla ribalta. Qualche giorno fa l’imprenditore accusava Twitter di violare la libertà di parola – «la libertà di parola è essenziale per una democrazia funzionante» -, postando, addirittura, un sondaggio in cui domandava ai suoi 79,2 milioni di followers se secondo loro Twitter aderisse a questo principio: «le conseguenze di questo sondaggio saranno molto importanti, per favore votate con attenzione». La partecipazione al sondaggio è stata alta; infatti, hanno votato oltre 2 milioni di persone, ma la maggior parte (il 70,4%), ha risposto «no».

Musk starebbe tentando di limitare, con l’obiettivo di porre fine, il controllo da parte della Sec – «Securities and Exchange Commission», ente federale statunitense incaricato di vigilare la borsa valori -, dei suoi post su Twitter, dichiarando che l’accordo del 2018 verrebbe utilizzato per «calpestare» i suoi diritti alla libertà di espressione. Come sopra detto, dopo la causa per frode da parte della Sec, Musk ha infatti dovuto accettare un accordo di patteggiamento, sottoporsi ad una serie di procedure di controllo prima della pubblicazione dei suoi posti, nonché rimborsare gli investitori che avevano perso denaro a causa del suo comportamento. Kim DotCom, imprenditore del digitale risponde al suo tweet: «ho un concorrente pronto, basato su blockchain web3, che resiste alla censura: gli utenti possiedono i propri dati, 3 anni di lavoro. Chiamami». Provocazione o Musk sta facendo sul serio?

Foto IPP/imagostock

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