Tutte le persone denunciate fino ad ora pagheranno una multa di 200 euro

Multe ai denunciati per le violazioni ai dpcm coronavirus. Il decreto legge che è entrato in vigore nella giornata di ieri prevede che tutte le persone che in questi giorni siano state raggiunte da una denuncia saranno costrette a pagare la sanzione più bassa prevista dallo stesso decreto, quella da 200 euro. La norma, infatti, si estende anche a tutti i controlli che sono stati fatti fino a questo momento e che rappresentano un vero e proprio bollettino di guerra.

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Multe ai denunciati per violazioni del decreto: sanzioni ridotte della metà

L’ultimo dato aggiornato sugli oltre due milioni di controlli che sono stati effettuati nei giorni scorsi (la data ultima di riferimento è quella del 24 marzo), infatti, parlava di 110.626 persone denunciate ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, di più di 2000 denunce per falsa dichiarazione, di 910.023 esercizi commerciali controllati e di 2.119 i titolari denunciati. Un dato superiore addirittura a quello già molto alto dei contagiati inseriti nel bollettino della protezione civile.

Il decreto, infatti, parla chiaro e si palesa anche nella sua retroattività: «le disposizioni sostituiscono sanzioni penali con sanzioni amministrative e si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma in tali casi le sanzioni amministrative sono applicate nella misura minima ridotta alla metà». Tuttavia, quindi, le denunce penali verranno sostituite con le sanzioni amministrative. 

Dunque, coloro i quali siano stati sorpresi a violare le norme restrittive sul contenimento dell’epidemia di coronavirus in base ai dpcm emanati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte non affronteranno un processo, ma saranno sanzionati a seconda della gravità del fatto contestato. Come già ampiamente riportato e annunciato anche dallo stesso presidente del Consiglio nella conferenza stampa di martedì 24 marzo, infatti, le sanzioni amministrative per le violazioni saranno comprese tra i 400 a 3.000 euro. Tuttavia, per coloro i quali abbiano commesso l’infrazione prima dell’entrata in vigore del decreto del 23 marzo (fino al 25 marzo) saranno puniti con la metà della sanzione.

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