La multa della Francia a Google mette nel mirino gli algoritmi della pubblicità

L'autorità garante della concorrenza francese afferma di aver raggiunto un risultato mai sperimentato prima in altri Paesi

07/06/2021 di Redazione

Come abbiamo già accennato, il fulcro della questione della multa Francia a Google sono gli algoritmi della pubblicità. Le ragioni della multa sono incontestabili e, come dimostra il fatto che Google non ha provato minimamente ad opporsi, possono aprire le porte a nuovi, importanti cambiamenti per rendere il mercato più equo. Google ha già fatto sapere che procederà per risolvere i problemi messi in evidenza dall’Antitrust francese a partire dalla modifica dei suoi algoritmi. Lo scopo è quello di permettere alla competizione sul mercato editoriale e pubblicitario di esistere, quantomeno, riportando nella norma una situazione che risulta essere troppo sbilanciata.

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L’algoritmo che va rivisto

L’abuso commesso da Google riguarda sia l’ambito editoriale che quello di pubblicità e marketing digitali. I servizi di Google verranno – secondo volontà del colosso – modificati per agevolare terze parti.  Quello che Google ha fatto finora, sostanzialmente, è stato riuscire ad approfittare – grazie all’algoritmo – delle sue possibilità e della verticalizzazione sul mercato per influenzare la concorrenza. Le vittime maggiori sono stati altri editori e produttori di applicazioni tramite Google Adx (utilizzato per la vendita di spazi pubblicitari) e Google Ad manager (che è la piattaforma del colosso per la gestione degli annunci). Secondo quanto stabilito dai francesi – riporta Bloomberg – Ad manager procurava dati strategici ad Adx così da sbaragliare la concorrenza e Adx, dal canto suo, era il primo risultato che usciva rispondendo alle richieste degli inserzionisti tramite il motore di ricerca.

Intanto la direttrice di Google Francia, Maria Gomri, ha fatto sapere che Google si impegnerà a rendere questi cambiamenti effettivi su «scala mondiale». La prova che, come in moltissimi altri ambiti, gli algoritmi vanno controllati e esaminati per evitare pericolose discriminazioni e – come in questo caso – ingiustizie di una portata talmente grande da poter influenzare le sorti di un determinato mercato su base mondiale.

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