Perché il MoVimento 5 Stelle in Puglia si è astenuto sulla legge sull’aborto

22/05/2018 di Redazione

Oggi sono quarant’anni dall’avvio della legge 194 che regola l’interruzione di gravidanza in Italia. In Puglia, nel consiglio regionale, è stata bocciata una proposta di legge, a firma Mino Borraccino (Noi a Sinistra/LEU), che conteneva norme per una corretta attuazione in regione della normativa del 1978. Dopo un lungo e ampio dibattito, il disegno non ha superato il vaglio dell’aula.

I 5 stelle si sono astenuti dal voto.
Le motivazioni? Lo spiegano i 5 stelle stessi in questa nota:

Abbiamo deciso di astenerci perché, come abbiamo ribadito in più occasioni, questa è una legge inutile che chiede di far rispettare un’altra legge già esistente. Qui non è in discussione il diritto all’aborto ed è questo che bisogna chiarire a tutti, qui è in discussione questa legge che non ha senso di esistere se non per permettere a qualcuno di fare delle facili strumentalizzazioni su di un tema tanto delicato per le donne e per le famiglie. Piuttosto che impegnarci nel promuovere un’altra legge ridondante che garantisce un diritto già esistente per le donne, dobbiamo impegnarci a garantire la presenza di medici obiettori e non obiettori nei presidi ospedalieri e lavorare alla base su informazione, comunicazione e assistenza. Non a caso abbiamo presentato una mozione in merito che avrebbe potuto davvero generare dei riscontri operativi sul territorio. Una mozione che abbiamo proposto anche questo pomeriggio di sottoporre all’aula per farla sottoscrivere a chi lo avesse ritenuto opportuno, una possibilità che non è stata neanche presa in considerazione. In ultimo non possiamo non stigmatizzare ancora una volta il comportamento dell’assessore alla Sanità Emiliano assente sempre durante le discussioni in Commissione su questo tema e che oggi è andato via dall’aula proprio prima di esprimere il proprio voto.

Cosa è successo? Dopo una lunga discussione in aula – spiega l’agenzia Italpress – che ha visto unite minoranza e maggioranza nell’esprimere parere contrario è decaduto il primo articolo. La proposta chiedeva maggiore attenzione alle Asl sui servizi di interruzione volontaria di gravidanza e soluzioni alla “fondata carenza del servizio” a causa dell’alto tasso di medici obiettori. “In Puglia – ha ricordato Borraccino – ci sono solo 17 medici non obiettori, di cui uno a Taranto e 2 a Lecce”. La proposta però ha ricevuto lo stesso trattamento che subì in commissione: ostracismo.

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“Una legge che non sarebbe dovuta neppure approdare in consiglio perché incostituzionale ab origine – secondo il consigliere azzurro Nino Marmo – questa proposta di legge fa seguito ad una deliberazione della giunta regionale, che fu impugnata al Tar, bocciata e non più attivata. Necessario – ha continuato Nino Marmo – che le donne pugliesi sappiano tre cose. La prima e’ che questa non e’ una discussione sulla Ivg perché quella è garantita come possibilità, nemmeno come diritto da una legge dello Stato. Secondo che la proposta riguarda la possibilità di assunzioni e di atteggiamenti discriminatori nei confronti di quei medici che si dichiarano obiettori; la terza questione è la mistificazione del titolo stesso di questa legge. Questa legge parla della piena applicazione della 194. Ebbene il collega Borraccino dimentica, e non credo che sia un caso ma credo sia un dato costitutivo della propria cultura politica, tutte quelle azioni positive previste dalla legge che dovrebbero essere attivate attraverso i consultori, i servizi sociali della regione, attraverso finanziamenti ad hoc a sostegno della maternità, tutti quegli istituti che invece non sono assolutamente attivati in alcuna parte d’Italia e in questa regione in particolare dove la stragrande maggioranza delle interruzioni di gravidanza avviene per motivi economici e sociali e non per deliberata volontà o scelta”.

La Puglia è una regione difficile per l’aborto. Lo testimoniano diversi casi e le ripetute lotte, inutili finora, fatte in Consiglio.

 

(foto di repertorio Ansa)

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