La vera storia dei defunti per altre patologie ma ‘classificati’ come morti per Covid

David Puente su Open spiega come stanno realmente le cose. E no, non si tratta di dati alterati

29/08/2020 di Enzo Boldi

L’indignazione viaggia veloce sui social, ma le evidenze reali mostrano come spesso ci si esponga a disinformazione. L’ultimo caso riguarda un presunto certificato di decesso in cui viene indicata come causa di morte l’infezione da Coronavirus, pur non avendo contratto il Covid. Una notizia che farebbe sobbalzare sulla sedia chiunque, ma la verità è ben altra. Si tratta, infatti, di un’indicazione per il trattamento delle salme per persone su cui non è stato effettuato il test e potrebbero essere entrati in contatto con il virus. Insomma, quel documento serve solo per individuare le dinamiche per il settore funebre e cerimoniale. La storia delle morti naturali classificate Covid ha una spiegazione che risponde alle esigenze di tutela della salute degli operatori del settore.

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A spiegare molto bene la genesi di quella disinformazione – che si è ben presto trasformata in bufala – è stato David Puente su Open, che ha preso in esame quel documento comparso da qualche ora sui social e, non fermandosi all’apparenza, è risalito all’indicazione del Ministero della Salute per quel che riguarda la prevenzione sanitaria nelle gestione delle salme in epoca di Coronavirus. Il post diventato virale è il seguente.

Morti naturali classificate Covid? C’è una spiegazione logica

In molti hanno subito parlato di complotto per ingigantire i numeri. Questo uno dei tanti commenti che accompagnano quei post: «CAPITO O NO??? ANCORA NON CREDETE?? COSA BISOGNA FARVI ANCORA VEDERE??? La denuncia di un dirigente bancario del Pavese, Alberto Stelluti Scala: «Mio padre è mancato per consunzione e per altre patologie cardiache e renali, ma non ha mai avuto il Coronavirus. Nè gli è stato fatto il tampone». La realtà, però è ben diversa.

Puente, infatti, ha sottolineato come nell’intestazione del documento compaia il riferimento normativo per la gestione delle salme in un periodo di emergenza sanitaria come questo. In alto, infatti, si legge chiaramente: ‘Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione MdS 01.04.2020’. E già questo dovrebbe indicare la strada ed evitare complottismi: si tratta di un documento interno per la gestione delle salme. Il tutto per garantire sicurezza agli operatori che vi entrano in contatto. Insomma, nulla a che vedere con i bollettini quotidiani.

La Circolare del Ministero della Salute

La storia delle morti naturali classificate Covid, dunque, già assume un contorno di gran lunga diverso. Ma di cosa si parla in quella circolare denominata MdS 01.04.2020. Il testo è disponibile sul sito ufficiale della Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri (FENIOF). E alla lettera A della circolare si spiega agli operatori dei servizi funebri, come compilare quel documento.

Nei casi di morte nei quali non si possa escludere con certezza che la persona fosse affetto da COVID-19, per il principio di precauzione, si adottano le stesse cautele previste in presenza di sospetta o accertata patologia da microrganismi di gruppo 3 o prioni.

La storia delle denunce per le morti naturali classificata Covid, dunque, è una bufala. Quel documento è interno e non ha nulla a che vedere con i bollettini quotidiani diffusi prima dalla Protezione Civile e ora dal Ministero della Salute. Si tratta di indicazioni atte a prevenire eventuali contagi tra gli operatori dei servizi funebri. La persona in questione, deceduta per altre patologie, non era stata sottoposta a tampone (infatti nel documento è spuntata la casella NO). Per questo motivo, non sapendo se sia entrato in contatto con il virus, è stata data l’indicazione di sbarrare la caselle “Indeterminato”. Ma, ribadiamo, si tratta di prevenzione tra i lavoratori e non di un documento ufficiale che, poi, rientra nei numeri.

(foto di copertina: da Facebook)

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