Visto che siamo contrari alla “Bestia”, bisogna aspettare prima di condividere il meme “lei spaccia?” su Luca Morisi

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Repubblica ha dato notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per l'ex guru social della Lega, che ha inventato il metodo dell'esposizione al commento facile

La notizia politica della giornata arriva senz’altro dalle colonne di Repubblica. Luca Morisi, il responsabile della comunicazione via social network della Lega, principale artefice dell’aumento esponenziale del consenso di Matteo Salvini, colui che alla fine della scorsa settimana aveva annunciato la pausa alla collaborazione con il Carroccio non per motivi politici, ma per motivi “familiari”, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Verona per cessione e detenzione di stupefacenti. Tuttavia, il modo con cui sui social viene trattata sembra essere davvero una sorta di nemesi per chi ha inventato la Bestiaovvero quel sistema di comunicazione che prende un fatto, lo espone sui social senza timori di verifiche particolarmente approfondite, lo rende un meme e lo getta alla mercé di tutti i commentatori che si sbizzarriscono, pronunciando frasi che attraversano tutte le sfumature del linguaggio parlato, comprese quelle più offensive, da “gogna mediatica”.



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Luca Morisi indagato, come la notizia sta circolando sui social

Lo avevamo in qualche modo anticipato quando abbiamo dato la notizia dell’allontanamento di Morisi dal team social della Lega. Lui avrà anche interrotto il suo lavoro per Matteo Salvini, ma il metodo che ha sdoganato resta (e infatti qualche ora più tardi, sul profilo Instagram di Matteo Salvini era comparso il video di un uomo che faceva atti osceni in un luogo pubblico). E resta anche per chi, politicamente, si trova esattamente dall’altra parte rispetto a Salvini.



Oggi, suo malgrado, nonostante la notizia non abbia ancora preso in considerazione né una reazione di Luca Morisi, né tutti gli aspetti di una vicenda che – ora come ora – appare sfumata: la storia sarebbe quella di tre ragazzi che, intorno a Ferragosto, vengono fermati con quella che sembra una dose di sostanza stupefacente allo stato liquido. Luca Morisi sarebbe stato indicato come la persona che aveva ceduto quel quantitativo e una perquisizione in casa sua – stando a quanto riportato da Repubblica – avrebbe fatto emergere il possesso di una modica quantità di sostanze stupefacenti, compatibile però solo con l’uso personale.

Tra le altre cose, in una nota diffusa questa mattina, Luca Morisi ha dichiarato di non aver commesso alcun reato e che quanto accaduto riguarda un suo “grave errore come essere umano”: «Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo – scrive Luca Morisi -: chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso. Ho rassegnato il 1° settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che mi sono più vicine».



Le indagini stanno andando avanti e, ovviamente, non si può ancora specificare la posizione di Luca Morisi. Che, per tutti coloro che sono stati da sempre critici dei metodi social utilizzati da Matteo Salvini, dovrebbe essere tutelata dal garantismo e non di certo dall’esposizione alla gogna di queste ore. Fa molto effetto, ad esempio, che diversi utenti dei social network abbiano iniziato a utilizzare il meme di Matteo Salvini al citofono di Bologna con l’ormai iconica domanda: «Scusi, lei spaccia?» (era tempo di campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna e la Lega insisteva molto sulla sicurezza e sulla lotta a ogni tipo di droga).

Praticamente, per Luca Morisi si sta tenendo lo stesso comportamento che, quando era la Bestia a metterlo in atto, veniva stigmatizzato. Chi – anche tra i politici di sinistra e di centrosinistra – vuole distinguersi da questo tipo di comunicazione politica che davvero è stata la ragione di diversi casi disdicevoli in Italia, sappia affrontare con moderazione questo evento su cui, al momento, nulla è chiaro, nulla è definito. Nulla è ancora giudicabile.

Update delle 09.00 con la nota ufficiale di Luca Morisi a commento della vicenda