Quelli che credono al “saluto nazista” della moglie di Zelensky
L'immagine immortala un'altra donna nel corso di una manifestazione di estrema destra negli Stati Uniti che viene spacciata per Olena Zelenska
27/04/2022 di Enzo Boldi
Continuare a pendere dalla disinformazione che arriva da Mosca porta a fare figure barbine sui social. Dopo le bufale dei video che mostrerebbero delle strisce di cocaina sulla scrivania del Presidente ucraino, nelle ultime ore alcuni account italiani – facendo sponda su quelli russi – hanno iniziato a condividere un’immagine che mostrerebbe la moglie di Volodymyr Zelensky intenta a fare un saluto nazista, ironicamente chiamato “saluto pacifista”. La figuraccia è servita: la donna presente in quella foto non è Olena Zelenska, ma una signora immortalata durante una manifestazione di un movimento di estrema destra negli Stati Uniti. Uno scatto datato, addirittura, 2006 e che venne già utilizzato in passato – con le stesse modalità – per accusare Kateryna Yushchenko, moglie dell’ex Presidente ucraino (era il 2014) Viktor Yushchenko.
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Vecchie bufale che ritornano, con le stesse modalità. Eppure su Twitter e su Facebook gli account accompagnati da “Z” maiuscola e bandierine russe hanno deciso di partecipare, nuovamente, a questa dinamica di mera disinformazione. Nonostante la rete offra facili e immediati strumenti di verifica prima di pubblicare immagini di questo tipo, con commenti tipici di questo momento storico.
Bastava fare un rapido confronto utilizzando la ricerca attraverso Google images per scoprire la data e il luogo di quello scatto che non ha nulla a che vedere con la first lady ucraina Olena Zelenska. Innanzitutto partendo dal volto della moglie di Volodymyr Zelensky.
Moglie Zelensky saluto nazista, la foto bufala
Poi, approfondendo la ricerca come fatto da Butac, si arriva alla genesi di quell’immagine: si tratta di una fotografia (di Mike Fox, copyright Zuma) scattata il 6 aprile del 2006. Insomma, ben 16 anni fa. E la descrizione parla chiaro: «Il Movimento Nazionalsocialista, un gruppo neonazista, si raduna a Lansing (Michigan), per protestare contro gli immigrati illegali che avrebbero contribuito alla drammatica perdita di posti di lavoro nello Stato. La sicurezza era molto alta con il gruppo nazista che veniva portato in autobus da una posizione remota sotto la pesante scorta della polizia. Alcuni manifestanti antirazzisti hanno minacciato di uccidere i nazisti, il che ha portato tutti i manifestanti a passare attraverso i metal detector prima di essere ammessi in un’area di osservazione pesantemente recintata da cui potevano guardare e gridare insulti. Per garantire che la rappresaglia non fosse presa in considerazione, a tutti i nazisti fu dato un controllo completo del corpo prima di salire sugli autobus». Si trattava, dunque, di apologia di nazismo in quel del Michigan nel 2006 e non c’entra nulla la moglie dell’attuale Presidente ucraino. Eppure ci credono, ci hanno creduto e ci crederanno.