Il nuovo regolamento UE per ridurre il consumo dei dispositivi in stand-by

L'obiettivo è quello di ridurre il consumo in fase di non utilizzo. Saranno le aziende produttrici (e non i cittadini) a dover apportare delle modifiche

20/04/2023 di Enzo Boldi

Le leggi sono fatte essere aggiornate, al passo con i tempi. E così la Commissione Europea ha deciso di proporre un nuovo Regolamento UE che ha un obiettivo: ridurre l’impatto ambientale (in termini di consumo e, quindi, di produzione di anidride carbonica) provocato da dispositivi elettronici ed elettrodomestici. In particolare, è stata regolamentata la modalità stand-by. Si tratta di paletti che non ricadranno sulle teste dei cittadini del Vecchio Continente. Saranno, infatti, le aziende produttrici a dover rimodulare la propria linea di produzione e adottare i nuovi standard.

LEGGI ANCHE > Quanta CO2 produce uno smartphone? Il report sulla “Digital Green Evolution”

Il nuovo Regolamento UE è stato pubblicato il 17 aprile 2023 e le aziende avranno due anni per adeguarsi. Ma quali sono i punti salienti? In particolare, all’interno del testo si parla dell’abbattimento dei consumi (quindi delle emissioni) per quel che riguarda la modalità stand-by di dispositivi elettronici ed elettrodomestici.

«Il consumo energetico delle apparecchiature elettriche ed elettroniche domestiche e da ufficio in modalità spenta, stand-by e stand-by in rete è una delle misure elencate nella comunicazione, con una stima di 4 TWh di risparmio energetico finale annuo entro il 2030, corrispondente alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 1,36 milioni di tonnellate di CO2 equivalente». 

Dunque, secondo le previsioni della Commissione Europea, entro il 2030 si dovrebbe arrivare a una riduzione di 4 terawattora con annessa riduzione delle emissioni. E questo riguarderà molteplici dispositivi.

Modalità stand-by, il nuovo regolamento UE per le aziende

La prospettiva, dunque, è piuttosto allettante. Anche perché, un minor consumo di energia elettrica nelle fase di non utilizzo di un dispositivo (di qualsiasi tipo) equivale anche a un risparmio economico per i cittadini e le famiglie europee. Anche perché, il limite di legge (a oggi) è di 0,50 watt in stand-by. Con l’entrata in vigore della nuova normativa, questo numero scenderà fino a un tetto massimo di 0,30 watt. Ma, ovviamente, questo discorso varrà per i nuovo dispositivi prodotti e commercializzati a partire dal 2025. Stando alle stime fornite dall’Unione Europea, con l’entrata in vigore di questo nuovo Regolamento ci sarà un risparmio annuo di 530 milioni di euro (a livello UE) e una netta riduzione delle emissioni.

Quali sono i dispositivi elettronici e gli elettrodomestici coinvolti

All’interno di uno degli allegati del suddetto Regolamento, sono riportate le categoria di prodotto per cui le aziende dovranno predisporre nuovi standard per quel che riguarda la modalità stand-by:

  • asciugatrici e altri asciugabiancheria;
  • forni elettrici, anche incorporati nelle cucine;
  • piastre di cottura e piastre riscaldanti elettriche;
  • forni a microonde;
  • tostapane;
  • friggitrici;
  • macchine da caffè;
  • macinini;
  • apparecchi per aprire o sigillare contenitori o imballaggi;
  • coltelli elettrici;
  • altri apparecchi per la cottura e altre forme di lavorazione degli alimenti, per la preparazione di bevande, per la pulizia e per la manutenzione degli indumenti, ma escluse le lavastoviglie per uso domestico di cui al regolamento (UE) 2019/2022 della Commissione e le lavatrici per uso domestico e le lavasciuga biancheria per uso domestico di cui al regolamento (UE) 2019/2023 della Commissione;
  • apparecchi tagliacapelli, asciugacapelli, apparecchi per la cura dei capelli. spazzolini da denti elettrici, rasoi elettrici, apparecchi per massaggi e apparecchi per altre cure del corpo;
  • bilance.

Ovviamente, si fa riferimento anche a tutti quei dispositivi legati al mondo del digitale, ma con alcune esclusioni. All’interno dell’allegato II del nuovo Regolamento UE sulla modalità stand-by, infatti, viene esplicitamente scritto:

«Apparecchiature per la tecnologia dell’informazione destinate principalmente all’uso nell’ambiente domestico, comprese le stampanti ma esclusi i computer da tavolo (desktop), i desktop integrati e i computer portatili (notebook) disciplinati dal regolamento (UE) n. 617/2013 della Commissione, i server e i prodotti di archiviazione dati disciplinati dal regolamento (UE) 2019/424 della Commissione, nonché i display elettronici disciplinati dal regolamento (UE) 2019/2021 della Commissione». 

Ma il nuovo Regolamento UE non si ferma qui. Ecco l’elenco di tutte le altre tipologie di prodotto coinvolte:

  • apparecchi radio;
  • videocamere;
  • videoriproduttori;
  • riproduttori hi-fi;
  • amplificatori audio;
  • altoparlanti audio;
  • sistemi di «home theatre»;
  • dispositivi di streaming multimediale;
  • strumenti musicali;
  • ricevitori digitali complessi e ricevitori digitali semplici;
  • altre apparecchiature per registrare o riprodurre suoni o immagini, inclusi segnali o altre tecnologie per la distribuzione di suoni e immagini diverse dalla telecomunicazione, ad esclusione dei display elettronici disciplinati dal regolamento (UE) 2019/2021 e dei proiettori con meccanismi di scambio di lenti con diverse lunghezze focali;
  • trenini elettrici o piste elettriche per macchinine da corsa;
  • console per videogiochi;
  • apparecchiature sportive;
  • scrivanie regolabili in altezza;
  • letti e sedili elevatori, esclusi i dispositivi medici e le sedie a rotelle;
  • altri mobili regolabili a motore.
  • persiane;
  • oscuranti per finestre;
  • schermi;
  • tende da sole;
  • pergolati;
  • tende;
  • porte;
  • cancelli;
  • finestre;
  • lucernari;
  • altri elementi edilizi a motore.
Share this article