Camera, negato il minuto di silenzio per le donne vittime di femminicidio
03/04/2019 di Redazione
Nel bel mezzo del dibattito sul Codice Rosso, l’insieme di provvedimenti che dovrebbe garantire una maggiore tutela alle donne vittime di violenza e nell’ambito del quale è stato approvata ieri l’introduzione del reato di revenge porn, la deputata di Forza Italia Matilde Siracusano aveva chiesto di osservare un minuto di silenzio per lanciare un messaggio, da parte della Camera dei Deputati, per tutte quelle donne vittime di femminicidio.
Minuto di silenzio negato alla Camera per le vittime di femminicidio
La richiesta fatta dalla deputata di Forza Italia, tuttavia, ha incrociato l’opposizione da parte del presidente di turno dell’aula di Montecitorio, il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli. Quest’ultimo, dopo aver ascoltato l’intervento della collega di Forza Italia, ha affermato: «Sentito il presidente della Camera procederemo, come in analoghe occasioni, ad un ricordo delle vittime in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita dall’Onu, celebrata il 25 novembre». Rinvio a novembre, dunque, per sessanta secondi di dovuto rispetto nei confronti delle donne vittime di violenza.
La deputata Matilde Siracusano è stata tra le più attive sostenitrici di modifiche al provvedimento, andando incontro anche ad altri partiti distanti dalle proprie posizioni politiche per trovare alcune mediazioni. L’asse con il centrosinistra per l’introduzione dell’emendamento sul revenge porn, ad esempio, rappresenta un indizio concreto di quanto si sia impegnata nel modificare in maniera costruttiva il provvedimento sul Codice Rosso. Oggi, tuttavia, si è registrato un passaggio a vuoto. Il minuto di silenzio può anche rappresentare un simbolo e può anche essere accusato di retorica. Ma se viene richiesto da una parlamentare in Aula bisognerebbe prenderlo in considerazione. Invece, si è voluto proseguire con il dibattito a tutti i costi.