Il grido d’allarme della pm di Roma: «In città si prostituiscono anche bambine tra 10 e 13 anni»
19/02/2020 di Redazione
Questa mattina si è riunita a Palazzo San Macuto a Roma la commissione parlamentare per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il quadro tracciato dalla pm di Roma Maria Monteleone sembra essere davvero drammatico, soprattutto se si guarda al grido d’allarme che è stato lanciato in relazione ai reati che riguardano lo sfruttamento minorile e i reati legati alla sfera sessuale. L’ordine del giorno della commissione riguardava il seguito dell’indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti.
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Minori Roma, il grido d’allarme del sostituto procuratore sulla prostituzione
L’audizione della dottoressa Maria Monteleone, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ha mostrato quanto segue. In città, infatti, pare che ci siano stati casi – sperimentati dalla stessa procuratore aggiunto – di prostituzione minorile di adolescenti d’età compresa tra i 10 e i 13 anni. Un fenomeno fortemente preoccupante, soprattutto se si considera che i casi di violenza sessuale sui minori si sono moltiplicati nel corso degli ultimi anni.
«La prostituzione minorile è un altro tra i reati più inquietanti che dobbiamo registrare perchè vede come vittime bambine e bambini, anche di età compresa tra i 10 e i 13 anni – ha detto la pm -. A Roma nel 2019 abbiamo aperto 31 nuovi procedimenti penali. E negli anni passati c’era stata un’impennata in questa materia dopo la vicenda delle cosiddette baby squillo». Ma non ci si limita soltanto a questo: 117 nuovi procedimenti sono stati aperti per atti sessuali nei confronti di minorenni con un numero sempre maggiore di adescamenti che arrivano attraverso i social network e internet in generale.
Il quadro tracciato dalla Monteleone, inoltre, riguarda anche le violenze perpetrate sui bambini che frequentano le scuole dell’infanzia, le sottrazioni di minori all’interno di casi legati a emergenze sociali e a episodi di atti osceni nei pressi di luoghi frequentati dai minori. Un vero e proprio bollettino di guerra, che andrebbe analizzato in maniera approfondita e sul quale andrebbero prese delle serie misure correttive da parte delle istituzioni presenti sul territorio.