Borghi parla di minibot come strumento per difendersi anche dagli attacchi hacker

15/06/2019 di Enzo Boldi

Se i cittadini hanno perplessità sui minibot non c’è problema, tanto deciderà il Parlamento. Se il capo del Tesoro e il Presidente del Consiglio hanno le stesse difficoltà a capire come questa soluzione possa rappresentare un vantaggio, cambia poco lo stesso perché a decidere sarà sempre il Parlamento. Così Claudio Borghi, deputato della Lega e presidente della Commissione Bilancio a Montecitorio, mostra i muscoli davanti a Giovanni Tria e Giuseppe Conte che si sono detti contrari a questa soluzione per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. L’esponente del Carroccio ha sottolineato come le perplessità siano legittime, ma che a decidere saranno Camera e Senato, senza che via XX settembre e Palazzo Chigi possano metter becco. E per rafforzare la sua tesi sull’utilità dei minibot, Borghi parla anche di piano che consente di aggirare imprevisti come gli attacchi degli hacker.

«Sono solo un aiuto in caso di difficoltà nei pagamenti. Non sappiamo cosa può succedere – ha spiegato il presidente della Commissione Bilancio alla Camera in un’intervista a La Repubblica -. Supponga che ci sia un attacco hacker e si blocchi il sistema normale dei pagamenti: le carte di credito, le cose legate all’euro. Ci sarebbe un’alternativa pronta». Quindi, secondo Borghi, l’elemento non è più fondamentale per ripianare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende, ma per aggirare eventuali problemi, come gli attacchi hacker ai sistemi informatici di pagamento. La realtà, però, racconta che negli anni – e non solo di recente – il debito si sia accumulato senza alcuna influenza di fattori esterni come i pirati informatici.

I Minibot anti attacchi informatici degli hacker

E se c’è chi dice no, non importa. «Credo che Tria e Conte siano spaventati dall’ondata di disinformazione che c’è stata. Sono fiducioso che si convinceranno. E se tutto ciò non accadesse ricordo che le leggi le fa il Parlamento. È giusto che un tecnico abbia le sue convinzioni, ma la responsabilità politica è nostra. Decidiamo noi». In sintesi, ciascuno può dire quel che vuole, ma poi la palla passa a Camera e Senato.

Borghi è sempre un fervente No Euro

Poi il ritorno sul suo passato anti-euro che, però, è anche un presente. Oltre ai minibot, Claudio Borghi è tornato a ribadire la sua posizione ‘No Euro’, mai nascosta specialmente nelle ultime interviste e ospitate televisive. Però dice di essere fedele al contratto di governo e per questo la sua intransigenza, per il momento, è stata messa nel cassetto. Quindi, qualora dovesse esserci un nuovo governo a trazione Lega, la battaglia anti-euro tornerà a essere uno dei punti focali dell’esponente della Lega.

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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