Milano, arrestato il lupo solitario dell’Isis che diceva: «Sono pronto a combattere e a fare la guerra»

21/11/2018 di Redazione

In un gruppo WhatsApp che riuniva fanatici dell’Isis era stata notata la presenza di un’utenza italiana. Il tutto risaliva al 2017. Oggi, a Milano, un militante Isis è stato arrestato dalla polizia italiana: si tratta di un 22enne di origini egiziane, che si definiva ‘lupo solitario’ e che – nelle intercettazioni ascoltate dalle forze dell’ordine – diceva di essere «pronto a combattere e a fare la guerra». Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari dell’Aquila, città da dove è partita l’inchiesta.

Militante Isis arrestato, indagini in tutta Italia

Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, infatti, sono le regioni interessate da una serie di perquisizioni che andavano proprio in questa direzione e che hanno portato all’identificazione di altre due persone, sempre di origini egiziane, che ora risultano indagate e sulle quali grava un provvedimento d’espulisone. Anche loro sono giovanissimi, 21 e 23 anni, ed erano molto amici del ventiduenne che è stato arrestato questa mattina a Milano.

Ancora una volta, secondo gli investigatori, il livello di prevenzione del terrorismo nel nostro Paese ha portato all’individuazione di una potenziale minaccia. Le indagini, infatti, stavano andando avanti da oltre un anno, nel corso del quale il lupo solitario di 22 anni è sempre stato tenuto sotto controllo dalle forze dell’ordine. Per un periodo piuttosto lungo, l’uomo di origini egiziane aveva vissuto nella provincia di Teramo, come irregolare. Soltanto qualche mese fa, invece, si sarebbe spostato a Milano.

I sermoni contro l’occidente del militante Isis arrestato

Nella sua abitazione sono stati ritrovati materiali che inneggiavano al fondamentalismo islamico e alla guerra santa: tra questi, sono stati recuperati audio di inni jihadisti e sermoni di imam radicali in cui veniva posto l’accento sull’odio nei confronti dell’occidente. L’operazione è andata a buon fine grazie al coordinamento delle forze dell’ordine della Dda de L’Aquila e della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, mentre le misure cautelari sono state messe in atto dal reparto Digos di varie città italiane.

FOTO: ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

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